ROCCASTRADA – La posa della pietra d’inciampo, prevista per lunedì 19 febbraio, insieme agli alunni delle scuole, è saltata e diventa un caso.
L’iniziativa era nata dall’associazione Roccastradini nel Mondo con l’intenzione di rendere omaggio alla piccola Gigliola Finzi, nata a Roccastrada il 19 febbraio 1944 e morta dopo tre mesi ad Auschwitz il 28 maggio 1944. L’idea era di posare in via Roma una pietra d’inciampo in sua memoria.
Ma cosa è successo? Com’è noto le pietre d’inciampo sono una vera e propria “opera d’arte diffusa”, ideata dall’artista tedesco Gunter Demnig, su cui vige la proprietà intellettuale. A Roccastrada la pietra è stata invece realizzata da un fabbro su ordine di Mario Amerini, segretario dell’associazione Roccastradini nel Mondo. Il sindaco, Francesco Limatola, su sollecitazione della comunità ebraica e Demnig stesso, ha bloccato l’iniziativa, scatenando la reazione di Amerini.
Mario Amerini accusa il sindaco
«La pietra – si spiega Amerini (a titolo personale, come sottolinea) – è stata realizzata mediante una sottoscrizione popolare nel 2020. Dieci giorni fa tramite Pec il Presidente della Provincia Francesco Limatola ha dato l’autorizzazione alla posa della pietra d’inciampo sul marciapiede antistante il palazzo comunale di proprietà provinciale, mentre ieri lo stesso Limatola sindaco, si è messo di traverso, informando che ha ricevuto lagnanze da Anpi, di cui è membro, dalla comunità ebraica di Livorno, dall’Isgrec di Grosseto, di cui è committente, e dal museo dei deportati di Prato e, dulcis in fundo, da Gunter Demnig».
Amerini non ha chiesto l’autorizzazione all’artista tedesco «in buona fede, credendo che, su un fatto di questa rilevanza, il copyright fosse una burla. Ero pronto ad assumermi la responsabilità personale, in caso di azione legale del Gunter, resistendo in giudizio personalmente. Ma così non è andata e al Limatola sindaco, a differenza del Limatola presidente, è mancato il coraggio di superare questa barriera burocratica e ha bloccato l’iniziativa».
«La mancanza di coraggio – incalza Amerini – da parte del Limatola sindaco (non del Limatola presidente) di fronte ai cosiddetti “poteri forti”, di cui peraltro fa parte, ha reso questo evento, così delicato ed educativo, estremamente divisivo, sia fra gli insegnanti che le famiglie, ed è in corso anche la campagna elettorale per le comunali e provinciali, dove Limatola ambisce alla riconferma sia a sindaco che a presidente».
«Un evento – conclude Amerini – per nulla educativo per i ragazzi, quindi, che ancora una volta assisteranno alla strumentalizzazione della morte della piccola Gigliola Finzi che dopo 80 anni morirà una seconda volta nell’Auschwitz roccastradina. Vergogna».
La replica di Francesco Limatola
Anche Francesco Limatola interviene sul caso. «Il signore in questione ha organizzato l’iniziativa di installazione di quello che lui chiama pietra di inciampo, non chiedendo alcuna autorizzazione all’autore. Ricordo che, come opera d’arte sono tutelate, non è ammesso il “plagio” come quello che lui avrebbe voluto fare, calpestando regole, norme e buon senso. Ogni pietra di inciampo deve essere chiesta all’artista che le ha ideate, appunto Gunter Deming, attraverso apposita procedura, in modo che possa essere mappate e far parte di quella rete europea di memoria che il progetto di Gunter ha costruito. Per non snaturare il senso del progetto è importante evitare pietre di inciampo “fai da te” e invece rivolgersi all’artista che sono in contatto con lui».
«Le pietre hanno un messaggio profondo – aggiunge Limatola – che non può essere sminuito da operazioni personalistiche e “abusive”, di chi, nonostante sia stato ampiamente edotto, pensa di mettere sotto i piedi tale messaggio».
L’iniziativa di lunedì
La pietra intanto è stata consegnata alla scuola mentre il sindaco, insieme al presidente di Roccastradini nel Mondo, Giorgio Martellucci, ha deciso di conservare gli aspetti didattici dell’iniziativa, che vede coinvolti una settantina di studenti. È stato quindi optato per mettere l’oggetto in una vetrina del teatro comunale come segno di memoria e di sensibilizzazione per gli studenti e le studentesse coinvolti.
Il futuro dell’associazione
Anche il presidente dell’associazione prende le distanze da Amerini, la stessa è infatti a rischio chiusura per questa crepa irreparabile. «Mi trovo coinvolto mio malgrado in questa brutta situazione – ammette Giorgio Martellucci -. Da Roccastradino nel Mondo vivo infatti in Veneto e spesso le iniziative dell’associazione vengono portati avanti dal signor Amerini. Diciamo che spesso ci mette un po’ troppo di suo, ma si è sempre operato molto».
«Sapevo dell’iniziativa della pietra d’inciampo – aggiunge -, ma confesso che non conoscevo tutto l’iter che ruota intorno a quest’opera. Quindi, giustamente bisogna rispettare le regole e con il sindaco abbiamo deciso per un’alternativa. Amerini purtroppo si è molto arrabbiato».
Il caso della pietra d’inciampo probabilmente avrà conseguenze gravi per tutta l’associazione. Martellucci spiega che già in passato ci sono state divergenze, specie per quanto riguarda la pagina Facebook alla quale solo Amerini ha accesso e «che usa per scopi personali, spesso a fini politici».
«L’abbiamo diffidato più volte – spiega Martellucci -, ma la situazione non cambia. Insomma, temo che chiuderemo tutto».