FOLLONICA – Il progetto Next Ila, realizzato per attirare una serie di funzioni economiche e sociali, che garantiscano la vitalità e, soprattutto, la sostenibilità dell’area Ilva di Follonica, è giunto a conclusione.
Nei mesi scorsi gli architetti di NuvolaB hanno presentato il masterplan che ridisegna l’Ilva. Una nuova piazza, un luogo per lo sport, spazi verdi ed edifici del tutto ripensati: un progetto immaginato per riportare il cuore di Follonica nello spazio delle vecchie fonderie. Il gruppo di lavoro di Codesign Toscana si è invece occupato di raccogliere i desiderata dei cittadini e delle cittadine ma anche dei ragazzi e delle ragazze della scuola e le idee di numerosi professionisti provenienti da vari settori, per iniziare a riempire con progetti concreti quegli spazi immaginati dagli architetti. Per definire nel dettaglio il processo di recupero dell’Ilva di Follonica, l’Amministrazione comunale ha infatti dato il via a un percorso partecipato.
Il percorso si è aperto a giugno 2023 con la presentazione alla Fonderia Uno, e si è concluso il 15 dicembre scorso, con una restituzione che si è svolta nella sala dei Fantasmi del Museo Magma. Durante questo periodo, Codesign Toscana si è inserita in un progetto corale costruito dall’Amministrazione, valutando concretamente potenzialità e sviluppi del luogo più rappresentativo del territorio, nell’intenzione di far convivere in continua integrazione e dialogo funzioni di tipo ricettivo, ristorativo, produttivo, residenziale, culturale, formativo, sociale e sportivo.
Per creare insieme un immaginario condiviso con la cittadinanza in grado di generare proposte di gestione dei nuovi spazi dell’ex Ilva, sono stati quindi organizzati tavoli di progettazione, divisi per argomento: sport, formazione, accoglienza, ristorazione e housing. Tavoli ai quali hanno partecipato professionisti, cittadine e cittadini e rappresentanti di varie realtà locali.
Il tavolo dello sport si è ovviamente concentrato su quello che potrà diventare il polmone sportivo della città di Follonica all’interno dell’Ilva. Uno spazio multifunzionale e vivo che rappresenta un punto di socialità culturale, di libero accesso, vissuto da un popolazione di diverse età e adatto a soggetti più vulnerabili. Il tavolo formazione si è concentrato invece sull’ex falegnameria, immaginata come uno spazio aperto e caratterizzato da una vita intensa. Un luogo intergenerazionale di produzione culturale e di aggregazione sociale; un bene di tutti gestito da un gruppo di soggetti interagenti, che propongono e curano diverse attività ed eventi rispondenti ad una varietà di richieste che spaziano dal culturale al sociale.
Il terzo tavolo, quello dedicato all’accoglienza e alla ristorazione, si è invece concentrato sugli spazi della torre dell’orologio e dell’ex centralina elettrica. Due strutture che possono lavorare in sinergia e offrire costantemente servizi come orientamento professionale, formazione, incubazione startup, aggregazione e ritrovo. Sono spazi aperti, visibili e connessi, capaci tanto di valorizzare il passato quanto di cogliere le opportunità del futuro. Tra le proposte non manca quella di realizzare un ostello nella torre dell’orologio, che preveda la stagionalità estiva classica, ma che possa usufruire di presenze nella bassa stagione. La centrale elettrica è stata invece immaginata come uno di spazio dedicato alla ristorazione.
Il tavolo Housing ha infine lavorato sulle ex case dei lavoranti, immaginate come incubatori di micro imprenditoria e creatori di micro comunità tra vecchi e nuovi residenti, piccoli artigiani, e giovani imprenditori. Insomma, un incubatore per piccole attività, pensato occasionalmente anche come vetrina per attività già formate e presenti in zone meno centrali.
«Il percorso di ascolto territoriale, di coinvolgimento e di co-progettazione portato avanti da Codesign Toscana è stato un esercizio complesso e sfaccettato – spiega l’assessora Barbara Catalani – mirato all’attivazione di sfide progettuali rivolte al futuro. Il lavoro non è ovviamente terminato ma è stato improntato per la germinazione di nuovi immaginari e indirizzato verso la sostenibilità di traiettorie di sviluppo per il territorio che traducono bisogni e aspirazioni in forme di sviluppo generativo. Co-progettare, in questo contesto, ha significato valorizzare le diversità urbane che occupano lo spazio di NextIlva, trasmettendo posture progettuali alle comunità che richiedono spazi per la realizzazione delle proprie aspirazioni. La sfida in cui si è inserita l’attività di partecipazione e coprogettazione è stata, dunque, quella di leggere l’ex Ilva alla luce delle nuove esigenze manifestate dalla comunità. La coprogettazione – conclude Catalani – va anche nella direzione di individuare possibili soggetti gestori, parte fondamentale della rigenerazione. Dopo la ristrutturazione fisica dei luoghi, è necessario individuare anche i soggetti che poi potranno prendersene cura e farli funzionare».