FOLLONICA – Dopo oltre due mesi, passati tra bozzetti, cartapesta, pittura, giornalino e coreografie, ecco il grande giorno. Martedì grasso, 13 febbraio, la sfilata dei carri realizzati dalla scuola di Carnevale con le classi terze della scuola media “Arrigo Bugiani”.
Una prima edizione del Carnevale per la scuola di Follonica. I ragazzi, coadiuvati dai docenti e da Piero Cacialli, hanno realizzato i carri, svolgendo le mansioni assegnate (leader, cartapestai, pittori, Dj, editor, fumettisti, fotografi…), recandosi al laboratorio di Carnevale o lavorando a scuola soprattutto nell’aula di arte e di tecnologia. Due i carri realizzati.
Sempre connessi: “Rappresenta le conseguenze drastiche di una continua connessione a internet, di un utilizzo eccessivo del cellulare, i danni subiti da un’iperconnessione (cerebrali, annientamento della vita sociale…). Si rischia che siano lanciate bombe che minano alla Cultura (libro), Tradizione (Guglia) e Creatività (lampadina – cervello)”.
Dolce Bella Follonica: “La storia di Follonica, il villaggio fabbrica, i pontili, l’arrivo dei minerali ferrosi dall’Isola d’Elba, il nostro cancellone, la torre azzurra… e poi l’idea scherzosa di Homer che si mangia uno zero dei cento anni di Follonica, ormai quasi 101 non a caso a forma di donut… perché la nostra amata città ha compiuto 100 anni e noi siamo orgogliosi delle sue meraviglie storiche, della tradizione e delle sue attrazioni turistiche, tra cui un mare bandiera blu”.
“Stamani – dichiarano dalla scuola – i ragazzi hanno mostrato un volto nuovo alla città, un volto positivo, volenteroso di non cadere nella dipendenza da internet e social per non finire come il povero Piero (mascotte che interpreta un ragazzo iperconnesso). E i ragazzi, consci dalle riflessioni che prima di connettersi occorre usare la testa, hanno elaborato il carro e i cartelli ad hoc. Ognuno all’interno della sfilata aveva il suo ruolo, proprio come nella creazione dei carri. C’era chi doveva sfilare con i cartelli alternandosi, chi doveva pedalare, chi doveva coadiuvare la pedalata con indicazioni importanti stradali, chi faceva il Dj. E chi, aveva creato coreografie coinvolgendo anche altri studenti più piccoli per trasmettere una passione. In gruppo hanno ballato, mostrando dei legami affettivi e sociali importanti tra diverse classi, andando oltre le frontiere classe, scuola, impegnandosi in orario extrascolastico a montare coreografie. Le coreografie sono state create in modo autonomo, perché è giusto che i ragazzi esprimano la loro creatività”.
“I ragazzi anche se in modo in parte scherzoso non potevano non rendere onore alla loro città. Hanno così elaborato i simboli di Follonica: il cancellone e il grattacielo andando a ripercorrere la storia del villaggio fabbrica e dei minerali ferrosi che provenivano dall’Isola d’Elba. Un’attività decisamente interdisciplinare, con competenze trasversali, volta a sviluppare relazioni positive reali e non virtuali, creatività, team building e “le arti e mestieri”. I docenti sono entusiasti del lavoro intrapreso, iniziato senza sapere esattamente dove questa esperienza avrebbe condotto, visto che è la la prima edizione di questo percorso. I ragazzi, a giudicare dai sorrisi nelle foto e dai commenti raccolti dei cittadini che invitati via social hanno partecipato, hanno vissuto un’esperienza formativa decisamente positiva.
Un grazie speciale a Piero Cacialli che ha incoraggiato, insegnato e trasmesso tutto il suo entusiasmo per il Carnevale ai ragazzi. La scuola di Carnevale lascerà un segno indelebile nel percorso formativo dei partecipanti”.
“Noi creando il carro ci siamo divertiti molto e abbiamo imparato molte cose che prima non sapevamo – affermano gli studenti -. L’esperienza del creare un carro di Carnevale è stata una grande novità. Siamo andati dietro l’ex Ipsia, abbiamo dato dei ruoli a tutti tra cui: i ciclisti per trainare il carro, i pittori e i cartapestisti”.
“Il progetto che io e la classe abbiamo svolto per realizzare un carro allegorica di carnevale per il mio istituto è stato un’esperienza molto interessante che mi ha fatto scoprire le arti di come fare la cartapesta e realizzare un carro allegorico – dichiara uno studente -. Quindi se ne avessi l’opportunità, lo rifarei due volte. È stata interessante perché nella nostra città è importante”.
“Scritte le nostre stravaganti avventure non ci resta che sfilare per la città; ritengo che ci divertiremo veramente molto, la musica è una cosa che ci lega, non sappiamo neanche il perché. Questa esperienza così divertente rimarrà per molto tempo immersa nel nostro cuore – proseguono gli studenti -. Creare i carri è stato fantastico, spero di rifarlo mi dispiace che il prossimo anno saremo in una nuova scuola (alle superiori) e non rifaremo questo progetto divertentissimo che rifarei 100 volte”.
“È stata divertente – conclude un altro studente – perché è stato anche un modo per conoscere i miei compagni e divertirmi con loro e stressante perché alcune volte non ci trovavamo sulle nostre idee litigavamo ma siamo sempre riusciti a risolvere tutto e a trovare un’idea unica. Per me è stato anche un impegno perché ho dovuto scegliere le canzoni e costruire le coreografie. Ma è stata una esperienza interessante”.