GROSSETO – Le associazioni venatorie e di pesca sportiva (Federcaccia, Arcicaccia, Liberacaccia, Enalcaccia, Anuu migratoristi, Fipsas, Arcipesca e Liberapesca) della Provincia di Grosseto desiderano informare tutta la cittadinanza, «dell’esistenza di un progetto, finora tenuto piuttosto nascosto, di allargamento del Parco regionale della Maremma dai confini attuali a tutte le golene dell’Ombrone».
«L’ampliamento – spiegano le associazioni -, se così si può chiamare, visto che si parla di oltre 1.500 ettari di terreno, prevede che a partire dalla Steccaia e fino all’abitato di Rispescia tutte le zone di golena dell’Ombrone diventino parco. Questo progetto, che non è mai stato presentato pubblicamente e di cui si sa ben poco, rappresenta secondo noi un grosso rischio per tutte quelle persone che oggi usufruiscono liberamente di quelle aree; non solo noi cacciatori, ma anche i pescatori, i ciclisti, chi fa trekking, e chiunque desideri muoversi liberamente in campagna alle porte di Grosseto senza dover pagare il biglietto d’ingresso».
«Noi maremmani e uomini liberi – proseguono – siamo stufi di sentirsi prigionieri nella nostra terra. Per non parlare poi dei sicuri problemi che tale progetto comporterebbe. Proprio in questi giorni stiamo assistendo in tutta Europa alle proteste degli agricoltori contro le norme capestro della Comunità Europea e contro un sistema di vincoli e di costi diventati insostenibili. E i nostri agricoltori che diranno? E gli animali selvatici? Senza una fascia di contenimento tra il parco e le aree urbane corriamo il rischio, come successo ad altre città (Roma) di trovarci i cinghiali e i lupi sotto casa. E i proprietari dei cani che usano questi terreni per far correre i loro animali liberamente, dove li porteranno»?
«Insomma noi cacciatori grossetani siamo veramente stufi di essere prigionieri in casa nostra, visto che abbiamo a cura l’ambiente in cui viviamo e in cui esercitiamo la nostra passione, sicuramente più di tanti ambientalisti da salotto che vorrebbero chiudere il mondo dentro un parco e tenerci tutti prigionieri in casa a guardare documentari. Invitiamo quindi tutti i cittadini e tutte le associazioni (agricole, sportive, della pesca e del tempo libero) che hanno a cuore la difesa dei diritti dei grossetani ad attivarsi affinchè questo progetto sia fermato in tempo e non passi sopra le nostre teste senza che si venga minimamente interpellati».