LARDERELLO – «Per la vicenda del Consorzio per lo sviluppo geotermico (Cosvig) eravamo arrivati a una soluzione condivisa. SestaLab, il laboratorio di test delle turbine, verrà scorporato e inglobato da una newco partecipate dalla Regione Toscana che agirà in regime di libero mercato. Cosvig rimarrà nel perimetro pubblico come società strumentale degli enti locali, che dovrà fatturare almeno un milione di euro all’anno: almeno l’80% dei quali gestendo servizi per i soci, con la possibilità di fatturare fino al 20% sul mercato» afferma la Cgil.
«Poi, improvvisamente, l’amministratrice unica di Cosvig, Silvia Masala, a nome dei soci pubblici, ha chiesto ai lavoratori il congelamento degli aumenti contrattuali come “gesto politico di buona volontà”. L’Assemblea sindacale di tutti i dipendenti di Cosvig tenutasi a Larderello il 1° febbraio ha deciso all’unanimità di rifiutare la proposta dei soci di congelare gli aumenti contrattuali».
«La proposta di congelamento del contratto dell’Amministratrice unica – sottolinea il segretario provinciale di Filcams, Pierpaolo Micci – lascia l’amaro in bocca anche e soprattutto alla luce degli scorsi mesi, passati in un crescente clima di incertezza sul futuro del Consorzio e dei suoi dipendenti. Prima gli abbracci e poi la pugnalata alle spalle: prima gli elogi per la professionalità e disponibilità dei dipendenti, poi la richiesta, dovuta non a motivi economici, ma solo come “segnale politico”».
«Dopo il ricorso agli ammortizzatori sociali del Fondo integrativo di solidarietà (Fis) dell’estate scorsa, hai dipendenti di Cosvig viene chiesto un ennesimo sacrificio, anche questo a seguito di decisioni e strategie aziendali ascrivibili alla politica locale e sulle quali i lavoratori non hanno alcuna voce in capitolo. Vorrei oltretutto ricordare che si tratta di lavoratori dipendenti che non percepiscono cifre da capogiro – la busta paga media è di 1.450 euro – che in quanto tali si sono visti erodere dall’inflazione il potere reale d’acquisto almeno del 10% nel 2022, e del 6% nel 2023».
«La proposta che si attendeva, anche da parte sindacale, era l’illustrazione di un piano strategico fatto di formazione, investimento, riqualificazione e, se necessario, potenziamento del personale esistente che consentisse di traghettare il Consorzio in una nuova fase della propria esistenza. Per questo l’assemblea dei lavoratori ha ritenuto irricevibile e inaccettabile la richiesta di sospensione – conclude Micci – Una proposta che calpesta la dignità dei dipendenti e che andrebbe a ridurre il potere d’acquisto di famiglie quasi tutte residenti nei comuni dei Soci».