GROSSETO – «I lavoratori della scuola e i cittadini non sono d’accordo con i parametri ministeriali iniqui, previsti dalla Legge di Bilancio 2023, che stanno per colpire la Maremma e le aree territoriali più periferiche e di montagna, dove è fondamentale la presenza di scuole sul territorio». Così si legge nella nota dei Cobas della scuola di Grosseto.
«I Cobas Scuola Grosseto denunciano il gravissimo attacco al diritto all’istruzione causato da una legge che prevede tagli e ri-dimensionamenti delle scuole pubbliche, che attaccano frontalmente e smantellano nei territori il costituzionale diritto all’istruzione».
«Già dall’anno scolastico 2024/25, in provincia di Grosseto, un istituto potrebbe rischiare il ri-dimensionamento, ma altri ancora potrebbero trovarsi nella stessa situazione nei prossimi anni».
«In questa maniera si creeranno, in un territorio caratteristico, dannosi quanto nefasti “mostri amministrativi” con un numero sproporzionato di plessi, ingestibili a livello di servizi e, soprattutto quanto di più lontano dalla valorizzazione della didattica e delle scelte educative, che verranno cancellate da un dannoso gigantismo burocratico, che ha il solo obiettivo dei tagli al bene comune della scuola pubblica».
«Questi “mostruosi” mega Istituti Scolastici saranno costituiti da innumerevoli scuole e plessi, distanti svariate decine di chilometri dalla sede centrale e distribuite anche nei territori montani, causando ricadute pesantissime sulla qualità della didattica e dei servizi alle famiglie, prospettando un prossimo ulteriore incremento del pendolarismo scolastico e la perdita di posti di lavoro sia del personale ATA sia del personale docente».
«Le decisioni del Governo vengono recepite con accondiscendenza dai responsabili politici regionali della Toscana, dal Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale e dai Sindaci che, invece di difendere il proprio territorio, “obbediscono” a logiche di partito, rinunciando alla difesa della scuola pubblica e del suo ruolo in un contesto territoriale così variegato».
«Questo peggiorerà ulteriormente le condizioni delle scuole pubbliche senza alcun riguardo per il diritto all’istruzione e per le specificità socio economiche e territoriali».
«Non possiamo permettere che ciò avvenga in silenzio e peggiori ulteriormente a causa dei tagli e degli accorpamenti. Non sono sufficienti “cure palliative”, che mirano a salvaguardare qualche caso isolato ma senza intaccare l’effetto complessivo».
«Chiediamo – concludono i Cobas – una revisione dei parametri ministeriali, un impegno da parte dei responsabili politici regionali, dei sindaci e degli amministratori locali per congelare qualsiasi taglio e per proteggere il futuro educativo dei territori».