AMIATA – Nella giornata di sabato, 27 gennaio, è stato aperto, per la prima volta, in questa stagione invernale 2023/2024, il campo scuola Jolly al Prato delle Macinaie ed è finalmente partita la stagione sciistica sul Monte Amiata.
Affluenza discreta di famiglie e bambini nella giornata di sabato e molto buona nella giornata di ieri (domenica) con la presenza, oltre degli sciatori anche di tanti turisti che, approfittando della bella giornata, hanno raggiunto la vetta, con la seggiovia, per un’escursione enogastronomica nei tanti chalet, rifugi e ristoranti o per godere dei bellissimi panorami mozzafiato che si possono ammirare dalla terrazza panoramica della Croce.
Giornate meravigliose, tempo sereno, clima secco con bassissima percentuale di umidità. L’inversione termica di questi giorni crea foschia, tanta umidità e nebbia nei paesi a valle con temperature (la mattina) dai 2° ai 3,5° e favorisce un cielo azzurro e clima asciutto in montagna con temperature dai 5° agli 8°.
Al Prato delle Macinaie c’erano molti visitatori ma anche tanti maestri di sci, operatori e il sindaco di Castel del Piano Michele Bartalini che con Danilo Ghelli (responsabile del servizio associato di Polizia municipale), dopo aver visionato e verificato che tutto fosse a in ordine e che tutto procedesse regolarmente, si è intrattenuto con tutti, congratulandosi nello specifico: con Roberto Fabiani e Umberto Papi per il risultato raggiunto con l’intervento di innevamento; con gli uomini addetti alla sicurezza e soccorso presenti in pista della Fisps (Federazione Italiana Sicurezza Piste Sci); con i maestri di sci di tutte e due le scuole della montagna (Monte Amiata e Monte Amiata Ovest) che, ormai da anni, grazie ai due direttori, collaborano insieme operando spesso dipendentemente dalla neve l’uno nei poli dell’altro (come in questo caso in mancanza di neve in vetta).
Con quest’intervento di innevamento, costato sacrificio sia dal punto di vista umano (da parte dei responsabili U&R) che economico, la società Isa, l’amministrazione comunale di Castel del Piano, e tutti gli operatori del polo Macinaie e del Monte Amiata in generale, hanno voluto dimostrare che l’Amiata è viva, che l’Amiata c’è e ce la mette tutta a prescindere dalle condizioni atmosferiche avverse di questa stagione.
Temperature molto alte e sopra alla media durante i mesi di dicembre e gennaio e carenti di precipitazioni. Poche “spruzzate” per pochissime ore. Non era mai successo che nei mesi di dicembre e gennaio non avessimo delle “finestre di freddo sotto lo zero” ottimali per produrre neve per almeno minimo 150 ore.
Il commento degli operatori, dei maestri di sci e di tanti utenti della montagna
«A tutti coloro che gravitano nel settore, sia come operatori e responsabili e sia come utenti, sorge a questo punto la domanda: se come negli anni passati, avessimo avuto la possibilità di sfruttare l’acqua del Lago Verde (probabilmente asciutto a seguito dell’alluvione del 2019 e le mancate manutenzioni di rimessa a punto) che fornisce acqua a tutto il versante senese e in parte a quello grossetano, che situazione avremmo avuto oggi? L’impianto avrebbe permesso alle due società di mettere in funzione i campi scuola della vetta e del Polo Cantore (nel versante senese) i tracciati dell’Asso di Fiori e del Parco Giochi Invernale Isa al Polo Macinaie (nel versante grossetano) e concentrare tutti gli sforzi delle due società per innevare una pista lunga, il Canalgrande che con le sue “diramazioni” serve quattro poli della montagna (Vetta, Cantore, Marsiliana e Macinaie). Le società avrebbero potuto creare un circuito, seppur ridotto, estremamente fruibile da tutti gli sciatori che frequentano la nostra montagna (in maggioranza composti da principianti, sciatori medi e famiglie con bambini). 2 seggiovie, 3 sciovie, 3 tapis roulant, 4 campi scuola lunghi dai 200 agli 800 metri e una pista lunga di media difficoltà che avrebbero consentito di dare continuità e un senso compiuto a tutto l’intervento di innevamento».
«La considerazione è che appare davvero strano che oggi si scii a quota 1.400m s.l.m., al polo Macinaie, posizionato nel versante sud della montagna, e non si scii nella pista della vetta che è posizionata a quota 1.700m s.l.m., nel versante nord della montagna. Ieri ed oggi la vetta chiusa era desolante. Per noi operatori era una fitta al cuore e agli occhi. Crediamo sia la prima volta da trent’anni che, con queste condizioni di “finestre di temperature ottimali per sparare neve”, non si scii in vetta all’Amiata. Una situazione che, se non fosse per i danni economici che ha provocato e provocherà ai tanti operatori, oseremmo definire “fantozziana e tragicomica”. Quest’impianto non avrebbe risolto tutti i problemi legati alla mancanza di precipitazioni ma avremmo potuto garantire sussistenza a tutte quelle aziende e a tutti quegli uomini e donne che operano e lavorano in montagna (maestri, noleggi, bar, ristori, alberghi, ristoranti, etc.) e soddisfare le aspettative di tutti quei turisti, quelle famiglie e quegli sportivi che amano e prediligono la nostra cara Amiata».
«Quello che veramente e con tutta la buona volontà non riusciamo a comprendere è che se l’impianto che avrebbe permesso tutto questo mancasse o fosse da realizzare ce ne saremmo fatti una ragione ma al contrario…l’impianto c’è».
«La stagione invernale 2023 – 2024 dell’Amiata, è arrivata a metà. Abbiamo perso tutto il periodo dall’Immacolata ai primi di febbraio ed ora speriamo che almeno l’ultimo terzo di stagione rimasto ci dia qualche soddisfazione climatologica positiva per poter mitigare e contenere le perdite economiche che in questa stagione per tutti gli operatori della montagna sono veramente notevoli».