GROSSETO – Si chiamavano Solideo Capannoli, Biagio Elicio ed Ermerindo Testa. Tre soldati italiani, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.
Ai loro familiari è stata consegnata oggi in Prefettura la “Medaglie d’Onore” concessa dal Capo dello Stato.
La medaglia è un riconoscimento per quei cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti, sia che siano morti durante l’internamento, sia che siano tornati a casa.
Prima della consegna sono stati trasmessi due messaggi video: quello di Elena Servi che durante la Guerra ha dovuto nascondersi con la famiglia per non essere deportata e quello di don Franco Cencioni.
«Ad Auschwitz sono morte un milione e mezzo di ebrei. Ma non c’era solo quel campo – afferma Elena Servi – a Bergen-Belsen ad esempio morirono Anna Frank e la sorella. Quando i soldati russi arrivarono trovarono il terreno sparso di cadaveri abbandonati dai tedeschi fuggiti in tutta fretta, e altre persone che vagavano qua e là come larve umane».
«In quel campo morirono persone che conoscevo: due bambini una femmina della mia età e un maschio di sei anni, Franca e Enzo. Furono fucilati appena arrivati assieme alla mamma che non volle lasciarli. Molti componenti della famiglia del mio futuro marito. I suoi nonni, una zia. E c’è ancora chi nega che tutto questo sia mai esistito, o chi minimizza dicemdo solo che gli ebrei morti furono solo (come se fosse poco) un milione e mezzo».
«All’orizzonte si manifestano tenebre ancora più alte e che dovrebbero essere spazzate via dalle parole del Vangelo. Con la buona volontà di riconoscerci tutti fratelli come Papa Francesco non si stanca di ricordarci» afferma Franco Cencioni.
«Momenti come questo devono essere da monito, ricordare cosa è stato perché non avvenga più» ha sottolineato il prefetto, Paola Berardino, prima della consegna delle medaglia.
Il primo a ritirarla è stato Claudio, figlio di Solideo Capannoli. Era nato a Roccastrada nel 1918 e fu internato a Buchenwald dal 43 al 45. Il figlio, che vive a Gavorrano e per questo è stato premiato dalla sindaca Stefania Ulivieri, racconta: «Fu fatto prigioniero l’8 settembre 1943 a Pinerolo. Era un bell’uomo e una ufficiale tedesca si è innamorate di lui. Questo lo aiutò a sopravvivere. In seguito gli spedì anche delle lettere e, nonostante le nozze tra i miei genitori, nel 48, è stata l’incubo di mia mamma che ne era gelosa».
Ermerindo Testa fu fatto prigioniero nell’alto casertano e spedito a Dachau. Era appena stato richiamato sotto le armi ma fu catturato prima di prendere servizio. Fu mandato a lavorare nella fabbrica di un esponente del partito nazista. Quando venne liberato tornò a casa a piedi, vivendo di lavoretti e della generosità della gente. La medaglia è stata consegnata nelle mani della figlia Anna, molto emozionata. Al suo fianco il presidente del consiglio del comune di Grosseto fausto Turbanti. «Sono emozionata. Volevo ringraziare mio marito che mi ha incoraggiato a intraprendere questo percorso. Papà ci teneva a raccontare quando aveva vissuto perché sperava così che non si potesse ripetere più».
Infine Biagio Elicio. Era nato nel 1915, e dopo gli studi liceali si era iscritto alla facoltà di scienze agrarie. Dovette interrompere gli studi per essere arruolato come ufficiale di artiglieria e poi fu spedito a Rodi.
Elicio non viveva in Maremma, ma è qui che lavora il nipote, il capo di gabinetto della Prefettura di Grosseto Michele Bray. È stato proprio lui, assieme alla madre Maria Rosaria Elicio, a ritirare la medaglia.
«Mi fa piacere che questa consegna avvenga qui con quella che considero la mia famiglia alla Prefettura di Grosseto – ha detto Bray -. Credo il nonno sarebbe particolarmente contento. Ricordare è importante contro il rischio che queste barbarie possano ripresentarsi».
Ecco chi erano i tre Imi, militari italiani internati:
• Medaglia d’onore concessa a Claudio Capannoli per il padre Solideo Capannoli (internato militare italiano). Nato a Roccastrada (Grosseto) il 23 agosto 1918 deceduto a Massa Marittima (Grosseto) il 10 giugno 1989. Internato nel campo di concentramento di Buchenwald – Germania dal 10 settembre 1943 al 8 maggio 1945.
• Medaglia d’onore concessa ad Anna Testa per il padre Ermerindo Testa (internato civile italiano). Nato a Cascano di Sessa Aurunca (Caserta) l’11 agosto 1924 deceduto a Liestal (Svizzera) il 20 gennaio 1998. Internato nel campo di concentramento di Dachau – Germania dall’8 settembre 1943 al 26 marzo 1946.
• Medaglia d’onore concessa a Maria Rosaria Elicio per il padre Biagio Elicio (internato militare italiano). Nato a Ruvo di Puglia (Bari) il 3 luglio 1915 deceduto a Lecce il 12 maggio 1996. Internato nel campo di concentramento di Mappen – Germania dall’8 settembre 1943 al 2 aprile 1945.