SCARLINO – Ieri si è svolto presso la sede di Confindustria Grosseto, l’incontro tra la direzione di Nuova Solmine ed i sindacati, dove è stato analizzato l’andamento economico della società, alla luce della fermata totale della Venator avvenuta nel luglio 2023.
Il segretario provinciale della Ugl chimici Grosseto-Siena Roberto Bocci ha dichiarato: «L’ingegner Luigi Mansi ieri ci ha convocati per delineare la situazione economica della Nuova Solmine, spiegandoci come la fermata della Venator abbia avuto un impatto significativo sui guadagni della Società, che sono rimasti sì in attivo, ma solamente grazie ai risultati degli altri stabilimenti del gruppo».
«La situazione drammatica che sta attraversando la Venator non può rimanere un problema isolato ed individuale della singola azienda, qui a rischio c’è un intero polo industriale e le comunicazioni di oggi, della dirigenza Solmine, ne sono la testimonianza – prosegue Bocci -. Oggi la Società ci ha prospettato e messo davanti le proprie difficoltà e la necessità di un contenimento dei costi generali. Il forte interscambio che da sempre ha caratterizzato il rapporto tra Venator e Solmine, che si aggirava sui 20 milioni di euro, si è completamente azzerato e nonostante che la Nuova Solmine abbia ricollocato questo acido (circa 170mila tonnellate) su altri mercati sparsi in tutto il mondo, il costo dei trasporti ne ha notevolmente ridimensionato i guadagni».
Il segretario della Ugl chimici ribadisce «Ad oggi possiamo registrare una situazione davvero preoccupante per l’intero polo chimico di Scarlino. A giorni la Venator attiverà la cassa integrazione straordinaria a zero ore che colpirà pesantemente moltissimi lavoratori e le loro famiglie. A questo si aggiungono le preoccupanti dichiarazioni fatte oggi dei vertici Solmine. Il momento è davvero molto complicato e purtroppo si sta delineando ciò che da tempo avevamo annunciato».
«Come Ugl Chimici chiediamo a tutti gli attori in causa, alle istituzioni e alle aziende, di fare tutto il necessario per bloccare questa inesorabile deriva che sta facendo perdere lentamente centinaia di posti di lavoro sia della Venator che delle Aziende dell’indotto. Non c’è davvero più tempo da perdere, ognuno deve assumersi realmente le proprie responsabilità, per salvare un intero polo industriale che spesso si è trovato a lottare da solo contro tutti, nell’indifferenza totale, dove a farne le spese è sempre la parte più debole della catena, i Lavoratori».