SCARLINO – Si è tenuto ieri, mercoledì 24 gennaio, nella sede di Confindustria Grosseto, l’incontro convocato dalla direzione di Solmine, alla presenza delle organizzazioni sindacali, per il fare il punto sull’andamento dell’azienda e sulle prospettive per l’anno appena iniziato.
“Torniamo a prendere atto che la situazione che si prospetta è davvero critica; siamo arrivati al dunque di ciò che sosteniamo da tempo – dice Gian Luca Fè, segretario generale di Femca Cisl Grosseto – e, mai come ora, si manifesta la necessità di ragionare sul futuro di questa azienda e dei lavoratori all’interno del futuro del Polo chimico, nel suo complesso, e non soltanto di quello delle singole aziende. Torniamo a ribadire che serve un coinvolgimento di tutti gli attori del territorio, dalle istituzioni alle altre imprese del comparto, perché soltanto provando a spostare la prospettiva con uno sguardo più ampio si potranno, ci auguriamo, trovare delle soluzioni”.
All’incontro di ieri, i rappresentanti dell’azienda hanno ribadito che il circa il 30% del proprio volume di fatturato dipende da Venator.
“Si tratta – precisa Fè – di circa 20 milioni di euro di fatturato all’anno, che Solmine ha ‘spostato’ su mercati esteri, con aumenti dei costi di trasporto notevoli e, diciamolo, imparagonabili ai costi che avrebbero sostenuto con la produzione, a Scarlino direttamente per Venator, delle 170 mila tonnellate di acido solforico. Per questo, l’azienda non ha nascosto l’attuale difficoltà per l’incremento delle spese e pur accogliendo la nostra richiesta di provare a lavorare su piani di contenimento dei costi, migliorando i processi e selezionando i prodotti, è evidente che il bisogno di individuare strategie di risparmio è forte e necessario”.
“In questo momento – continua Fè – il gruppo Solmar tiene, nonostante la situazione negativa di Scarlino, grazie ai risultati raggiunti da altre aziende, ma c’è una preoccupazione che, a memoria, non si è mai registrata prima e che le difficoltà potranno aumentare a partire dal mese di aprile, perché continuare a produrre con costi non convenienti è complicato”.
“Da qui, quindi, il ritorno all’assunzione di responsabilità da parte di tutti – conclude Fè -. Noi ancora una volta ce la metteremo tutta per evitare contraccolpi a danno dei lavoratori ma l’unica strada che possiamo percorrere è quella già proposta nei tavoli regionali: ragionare in un’ottica di sistema, coinvolgendo tutte le realtà produttive del Polo chimico di Scarlino, tutte le istituzioni, i lavoratori. È arrivato il momento di ragionare di come dare nuova vita e un futuro concreto a questo polo che non possiamo permetterci di perdere”.