GROSSETO – Lo scorso 30 dicembre il comitato Occhi di Gatto, «che conta già oltre 80 volontarie e custodi di colonie feline, aveva chiesto al sindaco di Grosseto – quale responsabile, ai sensi della legge, dei gatti liberi nel territorio comunale (oltre 3.200 solo quelli censiti) – di attuare un’efficace campagna di sterilizzazione per la prevenzione del randagismo e del proliferare incontrollato della popolazione felina a Grosseto coinvolgendo l’Asl e i medici veterinari privati in vista del prossimo boom di nascite primaverili, e di poter avere urgentemente un incontro, ma non ha ancora ricevuto risposta».
«Nell’attesa rileviamo che alcune parti del Regolamento comunale per la tutela degli animali, recentemente modificato dal Consiglio comunale lo scorso 29 dicembre (si veda il video), recano dei divieti illegittimi e appaiono in contrasto con la legge, la giurisprudenza e le caratteristiche etologiche degli animali, in contrasto con le stesse finalità di tutela enunciate dal regolamento»
«In misura esemplificativa, ma non esaustiva: l’art. 5 c. 14 vieta la somministrazione di alimenti ad animali randagi in aree pubbliche o aperte al pubblico; tale divieto si pone in contrasto con la Legge 281/1991 “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo” – come ha precisato il Consiglio di Stato Sez. III parere 883/1997 – ed è già stato rigettato dal Tar Toscana con sentenza 129/2015 (vedasi anche Tar Puglia Lecce 525/2012, Tar Molise 527/2013, Tar Marche 753/2012, Tar Calabria Catanzaro 1135/2015, Tar Liguria 286/2012); infine l’art. 5 c. 14 appare in contrasto con quanto previsto dall’art. 5 c. 1 del medesimo regolamento comunale; l’art. 34 c. 2 cancella gli aspetti etologicamente fondamentali per i gatti, e per la loro tutela, previsti dalla Legge regionale Toscana 59/2009 “Norme per la tutela degli animali”, quali il legame stabile con il territorio e con l’uomo, la dipendenza dal punto di vista alimentare e dei rapporti sociali tra cospecifici; l’art. 36 c. 13 vieta di porre a dimora in luogo pubblico o aperto al pubblico qualsiasi oggetto, quali rifugi per i gatti e ciotole per la loro alimentazione; anche tale divieto si pone in contrasto con il combinato disposto degli articoli della Legge regionale Toscana 59/2009, oltre che con la Legge 281/1991, poiché la protezione delle colonie di gatti si estende anche agli oggetti necessari alla loro cura e ad una adeguata alimentazione, per evitare l’allontanamento degli animali dal loro habitat (vietato) e di conseguenza vanificare il loro controllo, fattore essenziale per la prevenzione del randagismo; l’art. 37 c. 3 obbliga il volontario responsabile della colonia ad essere presente durante l’alimentazione dei gatti; anche tale obbligo non considera le caratteristiche etologiche dei gatti in merito alle loro modalità di alimentazione, caratteristiche tutelate dalle leggi citate e che nel caso dei gatti rendono generalmente impossibile rispettare l’obbligo regolamentare adempiendo al contempo alle prescrizioni di legge (i gatti hanno necessità di alimentarsi più volte al giorno, alternano le proprie attività come riposo e alimentazione non contemporaneamente, alcuni esemplari aspettano che l’uomo si allontani per avvicinarsi al cibo)» prosegue l’associazione.
Per questo Occhi di gatto ha fatto una richiesta all’assessora e al dirigente: «Al fine di evitare che a seguito di eventuali iniziative da parte dell’Amministrazione comunale possano configurarsi reati quali l’abbandono ed il maltrattamento di animale, con le relative conseguenze anche legali, chiediamo un incontro urgente con l’assessora responsabile Erika Vanelli ed il dirigente responsabile Domenico Melone».
«Contestualmente chiediamo a tutti i consiglieri comunali la convocazione della III Commissione consiliare, invitando a partecipare ai lavori tutte le associazioni di tutela degli animali del nostro territorio, per modificare il citato regolamento affinché venga riportato al più presto nell’alveo della legittimità” conclude la nota.