GROSSETO – «Un episodio gravissimo». Così i sindacati Cobas definiscono l’episodio avvenuto due giorni fa in una scuola superiore di Grosseto.
Un docente (da Cobas non viene specificato se uomo o donna ndr) è stato colpito al volto da un pugno sferrato da una ragazza. Il pugno ha spaccato il labbro dell’insegnante a cui sono stati dati due giorni di prognosi.
«Il fatto – proseguono i Cobas – sarebbe accaduto in una classe prima di una scuola superiore di Grosseto. Stiamo cercando di conoscere ulteriori particolari sull’accaduto. Anche la Maremma, purtroppo, con questo episodio contribuisce al quadro desolante, oltre che preoccupante emerso dal sondaggio effettuato lo scorso anno dal portale Skuola.net su 1.800 alunni delle superiori».
«Il punto-chiave sta nell’immiserimento materiale e culturale della scuola e nella conseguente delegittimazione e annichilimento della funzione docente . La scuola come “progettificio” di cose inutili o dannose per la didattica, per attirare una “clientela” sprovveduta; esami finali-barzelletta con il 99% di promozioni alla maturità, esami di riparazione sostituiti con la farsa dei cosiddetti “crediti e debiti”, con gravi insufficienze sanate d’incanto per non perdere la “clientela”; valutazioni dei docenti annullate dai grotteschi quiz Invalsi, divenuti la modalità-chiave per valutare scuole, studenti e docenti; centinaia di ore obbligatorie di ridicolo “apprendistato” gratuito (l’Alternanza scuola-lavoro, ora Pcto) che distruggono qualsiasi serio percorso didattico; etichette di disabilità educativa e psichica (i cosiddetti Bes – Bisogni Educativi Speciali) distribuite a pioggia con il consenso dei genitori, contenti che la presunta “disabilità” serva ai pargoli per garantirsi le promozioni; il “bonus” salariale dato ai più servizievoli nei confronti dei presidi, ai quali è stato dato un potere neo-feudale per ingigantire le pressioni e i soprusi nei confronti dei docenti e degli ATA; e infine salari miserabili (10 euro l’ora ad una maestra con media anzianità)».
«Ma nel processo di eutanasia della propria professione, la maggioranza dei docenti ha grandi responsabilità. Malgrado tutti gli strumenti culturali e sindacali che, come Cobas, abbiamo messo a disposizione di docenti ed Ata da 30 anni la maggioranza dei/delle docenti si è subordinata passivamente, ha accettato o addirittura collaborato ai passaggi distruttivi prima elencati – continua la nota dei Cobas -. È insopportabile che i docenti debbano subire la violenza fisica e psicologica e il mobbing di genitori arroganti e aggressivi, oltre che di alcuni studenti che attuano quanto imparano in famiglia. E dunque i Cobas da tempo hanno dato vita ad un Pronto Soccorso contro le aggressioni fisiche e il mobbing nei confronti degli insegnanti».
«Per garantire l’incolumità fisica e psichica degli/delle insegnanti non servono leggi “speciali”, come sta pensando di fare il governo Meloni. Esistono già tutte le norme, dentro e fuori la scuola, per operare al meglio. E’ sufficiente che tutti i protagonisti della scuola recuperino il senso della propria professione e usino al meglio gli strumenti educativi – ma anche sanzionatori laddove inevitabili – già a disposizione».