FOLLONICA – Una pista da hockey piena di familiari, amici, colleghi e conoscenti per dire addio a Simone Pantani. Venerdì 12 gennaio si sono ritrovati tutti al Capannino, luogo caro al direttore sportivo, per l’ultimo saluto prima della processione che ha accompagnato il feretro al cimitero.
Tanta la commozione durante la cerimonia, a cui hanno partecipato centinaia di persone. «53 anni è una vita brevissima – ha dichiarato Giulia Norcini, cugina di Simone -. Ma c’è da dire che è brevissima se si calcola in giorni, mesi e anni. Se si calcola in esperienze, relazioni e amore allora la vita di Simone è stata lunghissima. Aveva un carattere senza filtri e un cuore invincibile. Vi chiedo di provare a pensare ad un momento passato con lui e di tenerlo nel cuore».
«Porto il saluto e l’affetto della famiglia e di tutta la società – ha commentato Franco Ciullini, presidente del Follonica Hockey -. Lo sport è emozione, è tristezza ma allo stesso tempo anche esaltazione. Simone aveva un carattere forte e infondeva la forza anche negli altri».
«L’hockey per te era vita – ha dichiarato il sindaco Andrea Benini, rivolgendo un pensiero a Pantani -. Era la bellezza del gesto, la fatica e lo sforzo collettivo per costruirlo ma anche la consapevolezza della sua fragilità. Sei stato in questi anni un punto di riferimento per la squadra e per tutto il movimento, non tanto per l’incarico che svolgevi o per i riconoscimenti ma per la persona che eri. Un leader schivo ma allo stesso tempo sfrontato. Ci hai messo sempre la faccia, eri una persona vera che non guardava a opportunismo o reverenze. Non hai mai cercato maschere dietro le quali rifugiarti: hai avuto la forza di mostrare tutta la tua vulnerabilità, dicendoci che il buio, come il dolore, ha sempre qualcosa di prezioso e di luminoso».
Al termine della cerimonia sono stati gli amici, i colleghi, gli atleti e i tifosi a trasportare la bara. Un ultimo tributo a cui hanno partecipato anche i più giovani del Follonica Hockey.
Foto di Giorgio Paggetti.