MARINA DI GROSSETO –Alessandra Paciarotti, imprenditrice marinese, ci ha lasciati a 57 anni. Lo ha fatto improvvisamente a seguito di un malore che non le ha dato possibilità alcuna.
A ricordarla un amico, Carlo Sestini, che ha affidato ai social il suo personale piccolo ricordo di una grande donna e amica.
«Alessandra, dolce amica, te ne sei andata via in un pomeriggio dei primi giorni di gennaio. Lo hai fatto senza clamore, come eri tu, donna sempre compassata, mai entrante, ma al contempo volitiva e decisa per le tue cose. Il tuo grande cuore, colmo di amore per tutti, per Salva, Gianni, Walter e per i tuoi preziosi nipoti che ti adorano, non ha retto. Perché hai mollato? Dovevi ancora dare tanto al mondo, alla tua famiglia e ai tuoi amici».
«Quanti sorrisi da regalare con cui inondavi chi ti stava vicino, quanti tramonti dovevi ancora vedere, quante carezze da rivolgere al tuo Salva e a babbo Gianni, che hai curato amorevolmente con le attenzioni di una moglie, o a Walter, che per te non era solo un fratello. Tu, che hai assunto il ruolo di guida per la tua famiglia, dopo la prematura scomparsa della mamma. Ti conobbi dopo la sua dipartita e subito apprezzai la tua rettitudine, il tuo carisma. Sgridavi l’esuberante Walter e al contempo ti prendevi cura di babbo».
«Facevi l’imprenditrice nella gestione di due aziende, mostrando qualità manageriali uniche, con la creatività di donna e la sensibilità di chi è toccato nella perdita prematura della propria mamma. Poi la storia della tua vita con Salvatore, il tuo contraltare, persona di poche parole ma di una bontà infinita che ti ha sempre assecondata e sostenuta. Anche se non ci vedevamo spesso, quando i nostri sguardi si incontravano la sintonia e l’amicizia erano immediati».
«Ti venivo a trovare e passavamo ore a parlare, a raccontarci il nostro vissuto. I compleanni ad Arcille, l’avventura di Dilettando e delle altre mie trasmissioni. Adesso rimane solo il silenzio. Il silenzio di un’amica che non sono riuscito a salutare per l’ultima volta. Mi dispiaccio di non essere stato presente nel momento più critico per chi ti ama, quello della separazione e di offrire loro una spalla sulla quale sostenersi».
«L’unica consolazione che mi resta è quella di ricordarti quale eri. Ciao dolce Sandrina. Faro di casa Paciarotti. Rimarrai sempre con noi. Adesso sarai nella stanza accanto, e lì riderai insieme alla tua dolce mamma, in attesa di rivederci».