GROSSETO – Sono circa 200 gli accessi che ogni giorno, ormai da due settimane, si registrano al Pronto soccorso dell’ospedale Misericordia. Dal 20 dicembre al 3 gennaio infatti i pazienti che sono arrivati al pronto soccorso di Grosseto sono stati 2.988. Un numero molto elevato quasi in linea con il periodo estivo. Con questi numeri, tra i tredici pronto soccorso della area Toscana sud est, quello di Grosseto è quello con la mole di lavoro più grande.
«In questi giorni il Pronto soccorso – ci spiega Mauro Breggia, direttore dipartimento Emergenza Urgenza della Toscana sud est, e direttore dell’area pronto soccorso della provincia di Grosseto – è sotto pressione: ci sono molti più accessi del normale e il personale, che ringrazio per lo spirito di abnegazione, è fortemente impegnato. Gestire 200 pazienti ogni giorno non è semplice».
Ma perché in questo particolare momento ci sono così tanti accessi. Di solito, negli anni passati, non veniva mai superata la soglia di 180 accessi giornalieri. Per capire meglio la situazione è utile affidarsi ai numeri. «Di 2988 accessi – spiega Breggia – sono stati ricoverati 323 pazienti, pari al 10,8%, ben al sotto della soglia fissata dalla Regione al 14%. Questo significa che il Pronto soccorso riesce a filtrare molto beni i pazienti e ha dare risposte in sicurezza. Del totale degli accessi 900 pazienti sono di età superiore ai 65 anni, mentre 770 sono di età inferiore ai 16 anni e quindi accedono al pronto soccorso pediatrico».
«Abbiamo notato che in queste ultime due settimane 600 accessi riguardavano sintomi riconducibili all’influenza come tosse, febbre e difficoltà respiratorie. Una percentuale del 22%, cioè un quinto degli accessi. Numeri che mettono alla prova il sistema del Pronto soccorso nonostante il buon lavoro del personale».
Il Pronto soccorso di Grosseto resta infatti un punto di riferimento importante anche se si analizzano i tempi di attesa di chi vi accede. Per un codice 1 (rappresenta l’1,6% dei pazienti, molto grave come scompenso cardiaco, rottura di un’aneurisma cerebrale, ndr) non ci sono attese, per codice 2 (pazienti rischio vita 3,44% sul totole) 7 minuti, codice tre (44% dei pazienti mediamente 42 minuti).
Il maggior numero degli accessi in altre parole è dovuto sopratutto all’aumenti esponenziale dei casi di influenza e di Covid. «Quest’anno – spiega Breggia – abbiamo avuto un doppio handicap: abbiamo il picco dell’influenza, che negli ultimi due anni, 2021 e 2022 ( un po’ per l’uso massiccio della mascherina e un po’ per la campagna vaccinale più capillare) era stata meno diffusa, e la costante e sgradita presenza del Covid che ha sicuramente un livello di gravità minore, ma rimane sempre molto contagioso. Nella popolazione sana o vaccinata crea sintomi modesti, ma nei soggetti anziani e fragili ancora oggi dà complicanza gravi come ad esempio le polmoniti».
Proprio per non intasare il lavoro del Pronto soccorso Breggia lancia anche un appello: «Raccomandiamo di venire soltanto per patologie importanti o ritenute tali».