MONTE AMIATA – “Declassare a centro di emergenza urgenza, sparando nel mucchio, otto ospedali in Toscana, tra cui Castel del Piano, ci sembra la solita politica della Regione che tende, come avviene ormai da tempo, a razionare e non a razionalizzare, con il rischio che la situazione peggiori alla luce del buco di bilancio della sanità”. Così il consigliere regionale della Lega Andrea Ulmi, vicepresidente della Commissione Sanità, annuncia un’interrogazione sul tema.
“Comprendo bene la preoccupazione che si registra in Amiata in base alle ultime notizie che tutti, compreso me, abbiamo letto sulla stampa – afferma Ulmi – e raccolgo quelle dei consiglieri Lega di Castel del Piano Luca Salvadori e di Seggiano Gilberto Alviani che mi hanno sensibilizzato sul tema. Per questa ragione interrogherò urgentemente la giunta per chiedere lumi, capire se quanto riportato dai media sia vero e, nel caso, con quali criteri si stia pensando di agire, perché quello di prossimità non mi pare essere il più logico, soprattutto parlando di aree interne con una rete stradale che è tutt’altro che funzionale”.
“Nell’ultimo Consiglio Regionale – afferma – nell’annunciare l’aumento dell’addizionale Irpef per recuperare 200milioni del buco della sanità il presidente Giani aveva detto che non avrebbe toccato i piccoli ospedali e, come sempre avviene, è stato prontamente smentito, al pari dei suoi annunci della scorsa primavera sul potenziamento dell’ospedale di Castel del Piano. Mi pare che il Governatore, se l’elenco degli ospedali è quello che si legge, agisca per convenienza politica, più che per altre logiche, perché così spara nel mucchio senza programmazione, puntando solo ad ottenere risultati immediati, agendo alla giornata e senza una reale pianificazione”.
“Anche noi – prosegue Ulmi – siamo convinti che ci debba essere una rimodulazione dei piccoli ospedali per evitare sovrapposizioni e attività supplementari l’uno rispetto all’altro, rendendoli così complementari e anche più funzionali. Proprio per questo, però, va fatta una riorganizzazione generale, che non può partire da un ‘cannoneggiamento’ di otto realtà sanitarie prese a caso e senza un criterio particolare. Così facendo la popolazione non riesce a capire ed è normale che vada sulle barricate. Cosa diversa è fare una programmazione degli ospedali, individuando chi fa che cosa, ma avendo presenti i bisogni dei toscani e tenendo conto anche delle infrastrutture a servizio dei territori”.