GROSSETO – “Siamo meravigliati dai toni e dalle scelte annunciate dalle Province toscane”. Così risponde l’azienda Autolinee Toscane dopo l’annuncio di una class action da parte delle Province.
“Abbiamo già posto il problema dell’esigenza di una deroga per l’uso dei bus Euro 2 nei mesi scorsi, formalmente fin da febbraio, a tanti enti, come hanno fatto anche tante aziende di Tpl e associazioni di categoria in tutta Italia, dalla Puglia al Veneto – prosegue l’azienda -. Perché la norma che prevedeva il divieto di circolazione degli euro 2 è appunto una legge del 2014 (modificata più volte), nota a tutti, in primis alle istituzioni”.
“La difficoltà di sostituzione degli Euro 2 dipende da molti fattori, che abbiamo già spiegato, ma che il problema fosse noto, lo dimostra il fatto che la richiesta di deroga è arrivata anche dall’Anci, dalla Conferenza della Regioni, oltre che da tante aziende private e dalle associazioni di categoria – continua At -. Nonostante le difficoltà presenti, e in parte imprevedibili, proprio essere una grande azienda ci ha consentito di raddoppiare l’acquisto dei bus previsto dal contratto di gara per il primo anno (200 in tutto), e ci ha permesso di muoverci da tempo per cercare di accelerare la sostituzione degli Euro 2: abbiamo già investito direttamente oltre 370 milioni di euro in Toscana in soli due anni, cosa che, ci risulta, non è mai successa in precedenza”.
“Che il nostro approccio sia corretto e lineare, è riconosciuto dal fatto che in altre Regioni d’Italia, a fronte di questa e altre difficoltà come la carenza di autisti, è stato tagliato il servizio del Tpl mentre qui non è successo e la dimensione aziendale di Autolinee Toscane consente di fare gare economicamente e numericamente rilevanti – dichiarano da At -. In Toscana, si pagano i ritardi nell’assegnazione della gara di sei anni, che ci hanno obbligato a comprare i vecchi bus (370 Euro 2, 700 Euro 3), anche se non volevamo; a questo proposito va evidenziato che l’alienazione degli Euro 2 dopo soli due anni comporterà per at una minusvalenza di oltre 1 milione di euro. Va ricordato infatti che at è stata penalizzata economicamente e finanziariamente dalla barriera d’ingresso tutta a vantaggio dei precedenti gestori (oltre 212 milioni di euro il valore di ripresa dei beni), senza la quale at avrebbe potuto disporre fin dal primo giorno di un parco mezzi nuovi e con costi di manutenzione decisamente minori”.
“Il rispetto della gara regionale per la gestione del Tpl in Toscana passava anche dall’osservanza delle modifiche previste nel secondo anno, che avrebbero portato le Province a fare le gare per i lotti deboli, liberando sia uomini che mezzi di Autolinee Toscane proprio per migliorare il servizio nelle altre linee. È stato invece chiesto ad Autolinee Toscane di proseguire, le Province hanno rinviato le gare, questi uomini e mezzi per at in più non ci sono stati. Noi abbiamo accettato questa situazione per spirito di collaborazione, perché siamo una grande multinazionale e da quasi 100 anni mettiamo al primo posto la responsabilità sociale verso i cittadini e le istituzioni tutte con grande spirito di collaborazione. Di fronte al problema del divieto degli Euro 2, non solo abbiamo coinvolto tutti gli enti – come facciamo sempre per qualunque aspetto – ma abbiamo anche cercato, d’intesa con la Regione, altre soluzioni: purtroppo anche dalle società private del Tpl sono arrivate proposte solo di poche decine di mezzi, a dimostrazione che la crisi del settore non riguarda solo noi”.
“È il rispetto della gara – continua l’azienda – la chiave per continuare a investire e cambiare il parco mezzi, è la gara a dare sicurezza e continuità agli investimenti, certezza nei tempi di arrivo dei nuovi mezzi e del miglioramento del trasporto pubblico. Senza il rispetto del contratto di gara, o mettendo bastoni allo stesso contratto, si rischia di fermare il processo di innovazione, trasformazione, ammodernamento del tpl in Toscana. Un processo che diventa più facile se c’è la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti. Basta dire che è proprio grazie alla gara e alla collaborazione con la Regione e gli enti locali, che solo nell’ultimo anno sono arrivati 94 bus, di cui 40 negli ultimi due mesi, in tutte le province toscane”.
“Sempre la gara consentirà di far entrare entro il 2025 complessivamente 1.005 bus, di fatto raggiungendo il rinnovamento della metà della flotta toscana, facendone abbassare l’età media dai 14 anni del 2021, ad una media europea, circa sei anni – dicono i responsabili di Autolinee toscane -. C’è una emergenza nazionale, noi stiamo lavorando per recuperare ritardi degli anni passati, e la colpa sarebbe nostra? Noi rimaniamo, come sempre, pronti al confronto e alla collaborazione, come abbiamo fatto in questi due anni, con tutti i soggetti coinvolti”.
“Infine una nota tecnica – conclude At -. La gara è stata presentata nel 2016 con all’interno il dettaglio degli investimenti cui si obbligava il vincitore nel corso degli anni al cambio dei bus (1°e 2° anno 200 bus, at li ha anticipati tutti al primo anno; per il 3° anno 180 e per il quarto 670). Dal 2016 al 2021, momento di subentro di AT nel servizio, sono trascorsi anni, non per responsabilità di at ma sicuramente a causa degli innumerevoli ricorsi delle aziende, tra l’altro molte partecipate da Enti pubblici, che hanno bloccato qualunque tipo di investimento nonché fatto spendere milioni di euro di risorse pubbliche che si sarebbero potuti utilizzare per l’adeguamento del parco bus. La gara ha costretto at anche ad acquistare bus euro 2 e euro 3 dai gestori uscenti che non saranno più utilizzabili, creando minusvalenze e perdite impreviste in gara”.
“La norma che prevedeva il divieto di circolazione degli euro 2 è una legge del 2014 (modificata più volte) – dichiara l’azienda -. Purtroppo at negli anni trascorsi prima del subentro non aveva alcuno strumento per poter intervenire alla mancanza di investimenti sul Tpl Toscano che ha portato all’attuale situazione. È chiaro che l’obiettivo deve essere comune e la mancanza di collaborazione o la presenza di conflittualità eccessiva non può far bene al processo già molto critico di per se (e non per responsabilità di at). Per questo è necessario che ogni attore della filiera si unisca per minimizzare i disagi consentendo ad at di poter continuare a rispettare il contratto di gara e ad apportare dei miglioramenti che possano limitare al massimo gli impatti che oggi ci sono sugli euro 2 ma dal prossimo anno ci saranno sui 700 euro 3”.