ISOLA DEL GIGLIO – «Con riferimento alle accuse apparse sulla stampa nei giorni scorsi, l’Ente Parco chiarisce i termini degli accordi sottoscritti il 30 novembre 2021 con Lav e Wwf in merito al progetto di eradicazione del muflone all’Isola del Giglio, rendendo pubblico il documento e commentandone i punti essenziali (QUI IL DOCUMENTO)» così il parco nazionale dell’Arcipelago risponde agli animlisti.
«Innanzitutto, è necessario illustrare la genesi dell’accordo. Nel novembre 2020 era iniziato da circa un anno il progetto Life letsgo Giglio e, tra le varie attività, il Parco nazionale stava portando avanti quella dell’eradicazione del muflone tramite catture ed abbattimenti, come previsto dal progetto. La Lav facendosi interprete di posizioni contrarie agli abbattimenti chiese un confronto con il Parco e con il Wwf. Le posizioni di partenza erano ben chiare: il Parco, sulla base del progetto approvato e delle norme di legge, riteneva di proseguire le azioni così come iniziato (con catture ed abbattimenti) ed invece la Lav, pur comprendendo le motivazioni e le norme che indicavano l’eradicazione come una cosa utile per la biodiversità dell’isola (come si legge nelle premesse dell’accordo) proponeva che questa fosse fatta solo con catture e senza abbattimenti. Pur ritenendo la proposta della Lav di difficile attuazione da un punto di vista tecnico-operativo e poco comprensibile, tenuto conto che nello stesso periodo si stimavano non più di 100 mufloni sull’isola, che, come è noto, nei parchi italiani vengono abbattuti ogni anno oltre 15.000 ungulati (cervi, daini, cinghiali e, appunto mufloni) e che a fini venatori i cacciatori possono abbattere ogni anno circa 400 capi in Toscana e qualche migliaio nel resto d’Italia, tuttavia il Parco Nazionale ha ritenuto di recepire alcune delle istanze animaliste. Nel serrato confronto del novembre 2021 tra le due posizioni opposte (la Lav che chiedeva di annullare del tutto gli abbattimenti, il Parco Nazionale che riteneva di poter proseguire anche con gli abbattimenti in ragione del progetto approvato) accordarsi per la sospensione degli abbattimenti ha significato, con piena coscienza di tutti i firmatari, interrompere gli abbattimenti, con il contestuale impegno ad intensificare le catture con l’obiettivo di traslocare il maggior numero di capi in strutture adeguate in continente».
«Il Parco Nazionale ha totalmente rispettato l’accordo perché per oltre un anno ha effettuato solo catture, intensificandole come sottoscritto. Questo ha fatto sì che siano stati catturati, sterilizzati e trasferiti 52 mufloni, tutto a spese del Parco Nazionale come da accordo. Dopodiché quando le operazioni di cattura sono diventate oggettivamente inefficaci, tredici mesi dopo la firma dell’accordo, per i pochi animali rimasti sono ripresi gli abbattimenti che hanno riguardato 35 mufloni fino al completamento dell’azione di eradicazione» prosegue la nota.
«Riguardo alla proposta di cattura con la telenarcosi la Lav in data 7 ottobre 2022, quindi quasi un anno dopo la sottoscrizione dell’accordo ha presentato la richiesta di autorizzare due veterinari alla cattura con detto metodo. L’Ente Parco ha esaminato tempestivamente i curricula dei due professionisti ed appena sei giorni dopo, il 13 ottobre, ha riscontrato la richiesta della Lav invitando i professionisti incaricati a prendere contatto con il responsabile delle operazioni di cattura sull’isola. Dopo i suddetti colloqui, in data 22 novembre 2022 l’Ente Parco ha autorizzato i professionisti a svolgere le operazioni di cattura. Benché da tale data gli incaricati avessero la possibilità di operare e procedere con le catture dei mufloni al Giglio, a oltre due anni dalla stipula dell’accordo nessuna attività è stata mai attivata e ciò, con tutta probabilità, perché i professionisti incaricati dalla Lav, di indubbia competenza, hanno valutato la scarsa efficacia di questa tecnica nel caso specifico dei mufloni del Giglio» continua.
«Risibile l’appunto che il Parco Nazionale avrebbe accelerato le operazioni di prelievo perché doveva concludere il progetto Life entro la fine del 2023 per “ottenere i preziosi finanziamenti pubblici”; nella realtà il progetto è stato prorogato da tempo e la scadenza è fissata al 31 dicembre 2024. Dispiace anche che la Lav non abbia stigmatizzato le ripetute azioni di disturbo alle operazioni di cattura che il Parco Nazionale ha portato avanti con impegno e importanti risorse economiche per oltre un anno prima di riprendere gli abbattimenti. Operazioni di cattura rese più complesse e meno efficaci a causa delle citate azioni di disturbo, danneggiamento e furto di attrezzature effettuate in modo ripetuto. Non ci sono dubbi che senza queste azioni il rapporto catture/abbattimenti anziché essere 52/35 avrebbe potuto essere molto più favorevole alle prime. In tal senso è bene evidenziare – sempre leggendo il testo dell’accordo siglato – che le associazioni firmatarie si erano impegnate a collaborare nelle operazioni di cattura, trasporto e sterilizzazione dei mufloni, nonché a sviluppare per i territori del Parco Nazionale, azioni d’informazione e sensibilizzazione sul tema delle specie non autoctone in relazione all’incidenza che queste hanno sulla tutela della biodiversità con particolare riguardo alle aree protette e per la tutela degli animali stessi. Purtroppo, tutto questo non è stato realizzato, contrariamente a quanto era stato concordato».