ALBERESE – Per chi ama la natura è difficile non innamorarsi della Maremma. Chi ci vive lo sa bene, ma forse non tutti conoscono i suoi angoli più remoti e incantevoli.
Uno di questi è senz’altro la spiaggia Cala di Forno. Si trova all’interno del Parco della Maremma e ci si arriva dopo una passeggiata, adatta a tutti, di circa 8 chilometri, con partenza da Marina di Alberese.
Lontano dalla stagione turistica estiva è un gioiello paesaggistico tutto da scoprire. Il percorso per la baia è stato chiuso al pubblico per molti anni ed è stato riaperto solo nel 2022. Da allora è una delle escursioni di punta del Parco perché, non solo il percorso (il sentiero A4) conduce a uno dei luoghi più incantevoli della Maremma, ma attraversa anche i punti più significativi del Parco nazionale: si passa lungo la passeggiata della Pinastrellaia nella pineta Granducale costeggiando la spiaggia di Collelungo (con una breve deviazione si può visitare anche l’antica Torre di avvistamento), poi si attraversa l’oliveto di Collelungo del Parco per poi proseguire sul crinale che si affaccia sul litorale con viste mozzafiato sull’arcipelago toscano. Al termine del sentiero si arriva alla splendida baia di Cala di Forno che premia la lunga camminata con un paesaggio ed un mare indimenticabili. I più fortunati avranno anche la possibilità di avvistare lungo il tragitto le specie animali che popolano il parco; dai cinghiali alle volpi, dai daini alle tartarughe.
In tutto il percorso è di circa 16 chilometri considerando andata e ritorno. L’escursione è di media difficoltà e il dislivello positivo si aggira intorno ai 100 metri.
I biglietti per il percorso si possono acquistare online sul sito ufficiale del Parco: https://parco-maremma.it
Cala di Forno
La piccola baia di Cala di Forno ha avuto nel passato un’importanza non secondaria nei riguardi della principale attività produttiva legata alla macchia che copre i Monti dell’Uccellina. Infatti il carbone che veniva prodotto sul versante prospiciente il mare era trasportato da carovane di muli verso questa località e quindi caricato su barche di limitato pescaggio e trasferito ai porti di Talamone e Castiglione della Pescaia, da dove, trasferito su battelli più grandi, veniva avviato verso i mercati. Questa attività aveva sicuramente una consistenza notevole, tanto da giustificare la presenza di una dogana per il pagamento dei balzelli, in considerazione anche del fatto che Cala di Forno si trovava sul confine tra il Granducato mediceo e i Presidios spagnoli.
L’edificio che ancora oggi rimane ospitava appunto la dogana e, in epoca successiva, per una parte la caserma della Guardia di Finanza e altra parte l’abitazione di un colono che lavorava i terreni agricoli circostanti.