FOLLONICA – L’approvazione del Piano Strutturale di un Comune è un momento molto importante, un evento che si verifica soltanto una volta ogni 20 anni, circa, e che parla della città del futuro. Ieri sera, mercoledì 29 novembre, in occasione del Consiglio comunale di Follonica, questo momento è finalmente arrivato: il Piano, dopo l’adozione e dopo l’approvazione delle controdeduzioni, è finalmente stato approvato in via definitiva.
Si tratta di un progetto ampio, strutturato e ambizioso, che ha visto il coinvolgimento di tecnici e professionisti, ma anche di cittadine e cittadini. In questo disegno, ampio spazio è stato dato allo sviluppo verde, con un approccio volto alla sostenibilità ambientale.
«Siamo ad approvare un punto di straordinaria importanza per il futuro di Follonica – ha commentato il sindaco Andrea Benini – un Piano che varrà per i prossimi 15 anni. Per arrivare qui abbiamo avuto a disposizione un gruppo di grande valore, composto dall’ingegnera Beatrice Parenti e dagli architetti, Stefano Giommoni e Rita Monaci, che devo ringraziare. Un ringraziamento anche all’architetto Domenico Melone, predecessora dell’ingegnera Parenti. Ci hanno accompagnato con grande professionalità, competenza e dedizione alla causa, sposando l’idea di contribuire a costruire insieme il futuro di questo territorio. Poi un ringraziamento è doveroso agli uffici edilizia e urbanistica del nostro Comune e ai soggetti che hanno contribuito alla costruzione del quadro conoscitivo, fino a tutte le componenti del piano strutturale».
Dopo il passaggio nella conferenza paesaggistica, composta dalla Regione Toscana e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, il Consiglio ha preso atto delle considerazioni fatte in quella sede ed è arrivato all’approvazione definitiva del Piano.
L’iter per arrivare fin qui è stato lungo: il procedimento è partito a novembre 2019 ma il commissariamento del Comune e la pandemia hanno rallentato i passaggi successivi. Il 12 novembre 2021 il piano è stato adottato e da quel momento sono pervenute le osservazioni, 22 in tutto, 19 presentate da soggetti privati e 3 da enti pubblici. Nel 2022 è poi cambiato il dirigente del settore urbanistica, e sono cambiati alcuni dei professionisti che componevano l’ufficio di piano. Momenti di passaggio importanti, che sono stati vissuti come un’opportunità. Di tutte le osservazioni pervenute, quella della Regione Toscana è stata la più significativa e che ha portato ad un ripensamento dello schema immaginato: inizialmente era stata prevista la sovrapposizione delle Utoe, ovvero le Unità territoriali organiche elementari, con il perimetro urbanizzato. «Il disegno della città passa dal disegno delle Utoe, è lì che si concentrano gli obiettivi politici – spiega il sindaco Benini – ed è per questo che abbiamo lavorato a fondo nella definizione di questi spazi. Il Piano Strutturale è uno strumento urbanistico che contiene gli obiettivi e gli indirizzi per lo sviluppo sostenibile del territorio, individuati attraverso l’identificazione di vincoli e risorse naturali e culturali. E, in questo senso, è fondamentale l’individuazione delle Utoe, macro-aggregazioni che presentano caratteristiche omogenee».
Le considerazioni della Conferenza paesaggistica hanno di fatto confermato l’impianto strategico che l’Amministrazione si era data, anche grazie all’imponente lavoro fatto nella fase di approvazione delle controdeduzione. È stata quindi fatta la revisione di alcuni strumenti per raggiungere meglio alcuni obiettivi, come il ridisegno delle Utoe, in particolare quella di Pratoranieri, che ha permesso di cogliere in modo migliore le vocazioni di una componente importante del territorio: lo sviluppo turistico. Ci sono poi alcune piccole modifiche rispetto al passaggio consiliare precedente, non sostanziali.
«L’elemento critico – ha continuato Benini – è però rappresentato dal dato demografico. Viviamo in una situazione in cui il saldo nati-morti, il saldo naturale, è negativo da 20 anni. In passato veniva compensato dal saldo migratorio ma oggi non più. Abbiamo purtroppo molti morti, pochi nati e la città non è più attrattiva per gli immigrati come lo era 15 o 20 anni fa. Un dato preoccupante, che il Censis chiama “l’inverno demografico”. Credo che dobbiamo provare a trovare dal basso, a partire dalle risorse del territorio, quegli elementi di ricostruzione di una prospettiva di futuro. E in questo, il Piano che approviamo stasera ci può essere di grande aiuto».