GROSSETO – La città di Grosseto si prepara ad accogliere la statua della Madonna proveniente dal santuario di Lourdes.
Il capoluogo maremmano, infatti, è stato scelto come una delle tappe italiane della peregrinatio che l’effigie mariana sta compiendo e sarà qui martedì 12 fino al primo pomeriggio di mercoledì 13 dicembre quando sarà consegnata alla delegazione Unitalsi del Lazio. A toccare, pellegrina, varie zone del nostro Paese è la statua che ogni sera viene portata in processione a Lourdes nella fiaccolata che si tiene ininterrottamente alle 21, da aprile ad ottobre, fin dal dal 1872.
“I dettagli del programma saranno resi noti nei prossimi giorni – dicono don Marius Balint ed Edoardo Borgia, rispettivamente assistente e presidente della sottosezione Unitalsi di Grosseto – ma quel che conta fin da adesso è il valore di questa presenza. Nella fede cattolica le immagini sacre sono un segno forte, che rimanda alla dimensione trascendente e che rinsalda quella relazione che è alla base del cristianesimo. Crediamo, infatti, in un Dio che si è reso visibile proprio grazie al sì di Maria. Ecco perché è un grande dono che questa peregrinatio tocchi la nostra città proprio in Avvento, mentre ci prepariamo a celebrare Dio bambino. In quei giorni sarà la preghiera il faro della peregrinatio: preghiera per la pace, soprattutto nelle martoriate Ucraina e Terra Santa. Tutte le offerte raccolte il 12 e 13 dicembre saranno destinate proprio alle famiglie cristiane di Terra Santa”.
“La peregrinatio è un regalo che il santuario di Lourdes fa all’Unitalsi, che celebra i 120 anni dalla sua nascita – dichiarano dalla Diocesi -. È l’associazione che riunisce ammalati, dame e barellieri che custodiscono la devozione ai luoghi mariani e a Lourdes in particolare, perché lì è nata in un modo del tutto particolare. Una persona originaria di Roma, ferita nel corpo e nell’anima da una malattia, va in pellegrinaggio, ma nel cuore ha come una sfida verso la Madonna e i suoi devoti. “Se non guarisco, ho con me una pistola carica. La userò contro di me, davanti alla sua grotta” Ma in quei giorni la sua vita si incrociò con quella di tanti altri malati, anche più gravi, e vide nei loro occhi una fede e una serenità di abbandono che smontò i suoi progetti. Si scoprì guarito dentro e invece di un gesto di morte, ideò e diede origine a un fiume di fede e di carità: bisognava dare a quanti più malati possibile l’occasione di andare a Lourdes. Dalla sua esperienza e dal suo impegno nasce l’Associazione che, in più di un secolo, ha coinvolto centinaia di migliaia di persone: barellieri, accompagnatori, malati, famiglie, giovani, medici, farmacisti, infermieri, volontari, treni, pullman, aerei, strutture”.
“Nelle nostre parrocchie, famiglie, associazioni, ma anche nella società civile e in noi stessi, in questi tempi angusti, c’è bisogno di qualcuno o qualcosa che risvegli fede, fiducia, vita cristiana, prendersi cura, camminare insieme – commenta padre Rodolfo Cetoloni, vescovo emerito di Grosseto e assistente dell’Unitalsi Toscana -. Arriva semplicemente una statua, certo, ma è segno eloquente di una storia meravigliosa, da Nazareth ad Ain Karim, dai Pirenei alle nostre colline. Storia e devozione che resistono al tempo e sostengono nella vita quotidiana, nel lavoro, nei pellegrinaggi, nella carità e nella vicinanza chi è in difficoltà”.