GROSSETO – «Il nostro obiettivo era ed è rispondere all’invito di Elena Cecchettin: fare rumore per sua sorella Giulia affinché il suo femminicidio (il numero 105 dall’inizio dell’anno) non si cancelli dalla memoria collettiva senza aver inciso un forte cambiamento nella coscienza di tutti» così il collettivo Women Talking parla della manifestazione di sabato.
La manifestazione è stata aperta da un intervento di Ginevra Detti, cui sono seguite Sara Antonozzi (fondatrice di Women Talking), Ambra Vecchieschi, Lucrezia e Lavinia Giuliani e Giulia Rustici che ha letto il discorso di Linda Antonozzi. A seguire è stato fatto un minuto di rumore in ricordo di Giulia e di tutte le altre donne uccise in quanto tali, vittime di chi pensava di possederle.
Dopo il fragore che ha scosso la piazza il microfono è passato di mano in mano per circa un’ora: in tantissime e tantissimi di tutte le età hanno colto il nostro invito a far sentire la propria voce. È stato un momento di condivisione e testimonianza, ci sono state donne che hanno raccontato la loro storia, uomini che si sono messi in discussione, lavoratrici di centri antiviolenza che hanno riferito la loro esperienza e spiegato come attivarsi, rappresentanti di associazioni e realtà e istituzioni che si sono uniti contro la violenza di genere in tutte le sue forme.
La manifestazione si è conclusa con la lettura della poesia di Cristina Torres-Cáceres “Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”.
«Oggi ringraziamo tutte e tutti per essere scesi in piazza con noi, per aver arricchito di riflessioni e condivisioni una giornata che non deve avere solo una valenza simbolica ma serve a ricordarci che la lotta non è ancora finita. Noi lo sappiamo bene e la nostra azione non si è spenta sabato alle 18, quando abbiamo salutato quella piazza piena, anzi, ne abbiamo tratto ancora più forza e voglia di cambiare la nostra città. Ci sentirete ancora fare rumore» conclude il collettivo.