GROSSETO – Venerdì nero e negozi in rosso. E questo perché, anche se il 45% dei cittadini ha deciso di approfittare della giornata di sconti, la sfida con l’online è quanto mai impari.
Non fosse altro perché sette consumatori su dieci sono già orientati a comprare su una piattaforma di eCommerce.
Le stime vengono dal sondaggio Confesercenti sul black friday. i consumatori dedicheranno al Black Friday un budget di 216,8 euro. L’investimento più alto nella giornata di sconti si rileva tra i 35 ed i 65 anni (228 euro), anche se le persone tra i 18-34 presentano un tasso di partecipazione più alto: il 50% dei più giovani ha infatti già deciso di comprare durante il Black Friday, contro il 43% dei più grandi. Se il grosso degli acquisti si concentrerà nel venerdì, c’è anche chi ha già fatto compere approfittando degli sconti dei giorni precedenti: negli anni il venerdì si è trasformato in una settimana di promozioni.
Ma cosa compreranno gli italiani: il 49% si dichiara interessato all’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature o accessori, superando per la prima volta i prodotti informatici o di elettronica (47%). Seguono prodotti per la bellezza e la cura della persona (34%).
Molti sfrutteranno l’occasione per fare acquisti per Natale (74%). A fare la parte del leone saranno le piattaforme di eCommerce come Amazon, Shein, eBay, su cui si orienterà il 71% degli intenzionati ad acquistare; il 27% comprerà sul sito di una grande catena multimarca e il 21% sempre online, ma direttamente dal produttore. Più indietro il retail fisico: i negozi reali più scelti sono quelli multimarca (indicati dal 27% degli intervistati), seguiti dai negozi monomarca (20%), il 14% in un supermercato, l’11% in un negozio di vicinato.
L’adesione dei negozi di vicinato resta alta, sebbene minore rispetto allo scorso anno. A sposare il venerdì nero è poco meno di un negozio su tre (28%): il 13% solo per la giornata di venerdì, mentre il 9% ha aderito anche alla Black Week per tutta la settimana.
“A furia di mesi neri e promozioni anticipate, il commercio fisico rischia un dicembre in rosso – commenta Confesercenti attraverso il presidente provinciale Giovanni Caso -. Le promozioni autunnali, dal Black Friday al Black Month, sono nate come strumento di marketing delle piattaforme online. La tradizione del ‘venerdì nero’, nata negli Stati Uniti, è stata importata nei paesi europei dai grandi player dell’eCommerce proprio con l’obiettivo di ‘anticipare’ le vendite di Natale. La rete delle piccole imprese del commercio non si tira indietro dalla competizione, ma i negozi reali sono sfavoriti, anche per i maggiori oneri fiscali e costi che sostengono rispetto al web, e che riducono i margini per le offerte. È necessario intervenire, per garantire concorrenza e pluralismo e tutelare i negozi italiani, anche questi un patrimonio del Made in Italy”.
Delle difficoltà, ma anche delle proposte di innovazione per i negozi di vicinato del comparto moda, si è parlato al convegno nazionale organizzato da Fismo Confesercenti, il sindacato che rappresenta nella confederazione di categoria le piccole e medie aziende che si occupano della distribuzione al dettaglio di articoli di abbigliamento, tessile, calzature, pelletteria e accessori moda, al quale ha partecipato la presidente provinciale di categoria Francesca Verdi, insieme al direttore Andrea Biondi.
La crisi del comparto moda negli ultimi dieci anni ha visto ridurre il numero delle imprese del -23,6%. Di pari passo vanno le aperture di nuovi negozi abbigliamento e calzature che risultano più che dimezzate rispetto a dieci anni fa. E ancora, il clima con temperature record ha ridotto del 20% le vendite dei capi autunnali, contribuendo ad un calo stimato di -15,2% della spesa delle famiglie nel 2023, rispetto al 2019, per abbigliamento e calzature.
“Un incontro risultato particolarmente interessante – le parole di Francesca Verdi – perché si è assunto un atteggiamento propositivo per affrontare le problematiche. In primis individuando la formazione continua come asset fondamentale nel piccolo commercio, perché non è scontato essere imprenditori: allestimento, tecniche di vendita, innovazione digitale, creazione e gestione dell’esperienza di acquisto e relazione con il cliente finale, in primis per stimolare la consapevolezza sul Made in Italy, che solo i negozi di vicinato possono garantire, garanzia di qualità, ma anche di sostenibilità, come stimolo sul riflettere sull’acquisto consapevole: slow fashion invece che fast fashion, dato che l’industria tessile rimane ad oggi fra le più inquinanti al mondo. Non è mancato un riferimento alla proposta di Confesercenti sul posticipare l’avvio dei saldi stagionali, ma soprattutto la richiesta di avere sulle promozioni regole semplici, ma chiare, che siano rivolte a tutto il comparto, comprese le vendite online”.