GROSSETO – Pier Cristoforo Giulianotti alla festa per i 20 anni della scuola di robotica di Grosseto non ci sarà. Il fondatore di una delle sezioni più rinomate e prestigiose dell’ospedale Misericordia ha deciso di declinare l’invito.
È lui stesso a dirlo, con una lettera dagli Stati Uniti dove vive e lavora all’Università dell’Illinois. «Sabato verrà celebrato il ventennale della fondazione della scuola robotica di Grosseto. Ho deciso di declinare l’invito a partecipare alla celebrazione».
«Coloro che conoscono la storia della chirurgia robotica a Grosseto si chiederanno perché. Non so se riceveranno le giuste risposte e vorrei quindi fornirle in anticipo. Non è un capriccio o una ripicca, ma la conseguenza di una decisione unilaterale non mia, con una sostanziale divergenza sulla visione di fondo» prosegue il professor Giulianotti.
«La nascita e lo sviluppo della chirurgia robotica a Grosseto, a partire dal 2000, equivalse a quello che in fisica Maxwell avrebbe definito una “singolarità”, un evento poco prevedibile come il “Big Bang”. La Maremma è una terra di bellezze straordinarie, a vocazione agricolo turistica, ma senza una storia di primati scientifici».
«Ci fu la concomitanza singolare di fatti e persone difficile da riprodurre e mettere insieme: un chirurgo fuori dagli schemi (il sottoscritto), un direttore generale della Asl coraggioso e indipendente (Gianfranco Salvi), un politico idealista e onesto (Rosy Bindi), una fondazione Monte dei Paschi generosa verso il suo territorio, un organizzatore di eventi entusiasta e capace (Riccardo Terrosi), un manager di azienda illuminato e determinato (Aldo Cerruti AB Medica), il personale meraviglioso del Misericordia (Claudia Monaci), aziende medicali non interessate al solo profitto economico (Johnson & Johnson)» continua.
«Il successo del programma clinico, partito nel 2000, creò i presupposti per la fondazione della scuola che avvenne nel 2003. Inizialmente questo progetto scuola si scontrò contro tutto e tutti: un nuovo direttore generale ostile, un’Accademia toscana irritata dal successo della periferia ospedaliera, associazioni animaliste sul piede di guerra, che arrivarono alle minacce di morte, colleghi locali acciecati dalla gelosia, associazioni cittadine convinte dell’inutilità del progetto. Solo un testardo, cocciuto, disposto al martirio, quello che in America definiscono “never surrender” poteva superare tutto questo. Con la credibilità legata al crescente successo clinico il programma si rafforzò e venne validato. Il nostro team lavorò duramente per anni. L’attività clinica crebbe a dismisura. L’ospedale di Grosseto era sopraffatto, richiamava pazienti da tutta Italia. Questa attività non giustamente compensata da fondi nazionali e regionali metteva in difficoltà l’amministrazione locale della Asl, che continuava ad essere rimborsata essenzialmente procapite».
«Nel 2007 quando ricevetti la proposta di assumere l’incarico di professore alla Università Americana di Illinois a Chicago, prima di decidere, mandai una lettera personale al governatore della Regione Toscana (Enrico Rossi) chiedendo umilmente come comportarmi. Era possibile restare a Grosseto concedendo più risorse alla Asl? Sarei rimasto se ci fossero state le giuste condizioni. O dovevo andarmene oltre oceano accontentando tutti (Università rivali, regione Toscana, colleghi)? Quella lettera non ricevette mai alcuna risposta. Ho capito che non avevo scelta, che dovevo andarmene. Ma avevo nel cuore Grosseto e la mia scuola (fra l’altro intitolata alla memoria di due giovani ragazze, accomunate da un tragico destino, l’adorata sorella Paola e Valentina, scomparsa nell’incidente di Linate)» ricorda Giulianotti.
«Concordai con il nuovo direttore generale Salvatore Calabretta e poi Fausto Mariotti (entrambi brave persone) la stipulazione di un contratto/convenzione fra Asl di Grosseto e Università Illinois di Chicago. In virtù di questa convenzione potevo continuare a cooperare con la Scuola ed eseguire interventi al Misericordia, durante i corsi di una settimana che venivano organizzati, in genere, due volte l’anno. Nessun compenso personale era previsto , né è mai stato corrisposto. La Asl di Grosseto doveva solo rimborsare l’Università di Chicago per il tempo impiegato lavorando a Grosseto. I corsi svolti alla scuola erano ben frequentati: circa 800 chirurghi nazionali ed internazionali sono stati formati al Misericordia in quegli anni. Il rimborso all’Università Illinois veniva regolarmente coperto da parte dei proventi delle quote di iscrizione ai corsi… in poche parole la convenzione non costava nulla alla Asl».
«Anche dopo la mia partenza ho continuato per anni a curare i corsi alla scuola collaborando con il dottor Andrea Coratti (mio allievo) e poi con il dottor Paolo Bianchi che mi avevano sostituito nel primariato. Ho eseguito numerosi interventi in diretta dalle sale operatorie del Misericordia e fatto centinaia di ore di docenza. Riccardo Terrosi ha svolto, con passione e dedizione, un ruolo fondamentale nella promozione e organizzazione di questi eventi formativi. Nel ruolo di coordinatore scientifico inoltre ho difeso il centro di Grosseto nei confronti di crescenti ambizioni all’interno della stessa Regione Toscana (Firenze ed Arezzo). E’stata perciò un’amara sorpresa quando il dottor Coratti, nel frattempo rientrato a Grosseto da Firenze, mi ha comunicato che la Asl aveva deciso di cancellare la convenzione con l’università Illinois a Chicago».
«Mi è quindi diventato impossibile partecipare attivamente ai corsi della scuola. Sono stato messo con le spalle al muro. Ho deciso di fondare un’altra scuola a Chicago. Avere stracciato la convenzione con l’Università Illinois è stata probabilmente una decisione politica dai contorni poco chiari, giustificata con non provate ragioni di bilancio e forse, suppongo, approvata dal sindaco di Grosseto, sindaco del quale certo non godo le simpatie» prosegue il medico.
«È stata comunque, a mio modo di vedere, una decisione erronea e miope nel lungo termine. Basti considerare che i famosi risparmi ottenuti dalla Asl, cancellando il contratto con l’Università Illinois sono vanificati dal fatto che non ci sono più gli stessi introiti dei corsisti internazionali che affollavano i corsi in passato, e che le spese di agenzia organizzatrice sono ora raddoppiati (rispetto alla gestione Terrosi). È stata una decisione erronea inoltre perché non tiene conto delle prospettive future. La chirurgia robotica sta diventando obiquitaria e l’insegnamento dovrà rientrare, obbligatorio, nelle scuole di specializzazione. Le università si riapproprieranno dei corsi di formazione. Grosseto è una piccola, bella, città ma non è sede primaria di Università medica, la logistica è difficile, lontano da aeroporti civili, internazionali. La realtà ospedaliera pubblica soffrirà di restrizioni finanziarie e non si potrà permettere di erogare attività accademiche con i fondi destinati all’assistenza. Ci saranno centinaia di scuole robotiche in sedi più attrezzate e accreditate».
«La scuola robotica di Grosseto aveva una sola chance di sopravvivenza a lungo termine, ed era quella di restare legata alla sua origine, alla sua singolarità, alla sua storia, alla reputazione ed al carisma dei suoi fondatori. Il legame con un’Università straniera le conferiva inoltre un respiro più ampio, con un circuito internazionale. L’attrazione di chirurghi esteri poteva continuare a sostenerne le attività, senza gravare sui bilanci disastrati della Asl. È per questo che temo che la cerimonia di sabato si trasformi in una commemorazione, un epitaffio anticipato, un “de profundis” dal salmo 130, cantato da un coro di ciechi».
«Mi dispiacerebbe in fondo. Spero di sbagliarmi. Considero la scuola ancora un po’ come una mia creatura. Auguro ad Andrea Coratti, che stimo ed è un bravo chirurgo, di avere, da solo, la forza di proteggerla e farla crescere nonostante tutto. Auguro a questa meravigliosa, amata città di non perdere questo piccolo gioiello. La Maremma è conosciuta nel mondo non solo per i suoi profili di mare, terra e cielo, per i suoi colori, i suoi profumi, il punto-linea dei pini ed i cipressi, la sua gente tosta e sincera, il suo Morellino, le pappardelle al cinghiale… Ma anche per l’eccellenza nella chirurgia robotica» conclude.