MONTEROTONDO MARITTIMO – “Pace e Libertà per i popoli in Medio Oriente, fermiamo un massacro lungo 75 anni”. Questo il titolo del dibattito pubblico organizzato da Anpi Montieri-Monterotondo Marittimo in collaborazione con il collettivo Libere arti e pensiero.
Domenica 5 novembre nella ex sala Acli si è parlato della storia del conflitto israelopalestinese e della situazione attuale nella striscia di Gaza e in Cisgiordania. Relatore attento, preciso, profondo conoscitore della storia del conflitto israleo palestinese, Alberto Mari ha raccontato cosa sta succedendo in Medioriente, con lucidità e assoluta competenza.
“In un periodo storico minato da conflitti, dove assistiamo al massacro quotidiano di civili, senza distinzione di età, sesso, etnia, dove l’odio non si ferma, Monterotondo Marittimo ha dimostrato che la convivenza tra culture diverse è possibile – affermano gli organizzatori -. I numerosi interventi dal pubblico hanno fornito spunti di riflessione importanti, pur rimanendo ognuno nelle sue posizioni, ma accettando il libero pensiero dell’altro”.
“È importante avere momenti di approfondimento culturale che creino integrazione e difendano i valori della pace – dichiara il sindaco Giacomo Termine -. Il vile attacco terroristico di Hamas o la reazione militare sui civili della Palestina sono l’ennesima dimostrazione della necessità di condannare azioni di guerra e terroristiche”.
“La giornata ha avuto come fine la raccolta di fondi per il Palestine Children’s Relief Fund che fornisce supporto medico gratuito ai bambini feriti e malati in Palestina – dichiara Claudia Chiti, presidente del collettivo Arti libere e pensiero -. Qui il cuore immenso della comunità macedone (albanese) di Monterotondo Marittimo ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che dove c’è sofferenza ci deve essere anche solidarietà, organizzando una cena per oltre cento persone”.
“Un esercito pacifico di uomini, donne, ragazzi macedoni e italiani, ha cucinato insieme, mischiando sapori, lingue, credi religiosi, posti a tavola, dove le risate in cucina erano all’unisono; la brace cuoceva il kebab, bruciando forse anche quella diffidenza che ogni tanto si percepisce nei piccoli paesi, dove il noi e il loro è ancora molto presente, ma che piano piano, grazie anche a iniziative simili, diventerà un noi”.