ORBETELLO- La Compagnia della Guardia di Finanza di Orbetello ha smascherato un imprenditore agricolo che, al solo fine di ricevere provviste comunitarie del «PSR Pacchetto Giovani 2016», ha sfruttato la giovane età di due proprie dipendenti e della figlia per creare formalmente due nuove imprese, avviate ma mai effettivamente operative. In tal modo, distraendo i fondi indebitamente ottenuti a sostegno dell’imprenditoria giovanile, rinnovava il parco mezzi (trattori e macchinari) riconducibile alle attività economiche da lui effettivamente amministrate.
Le indagini nascono da una attività di iniziativa delle Fiamme Gialle condotta, nel settore delle frodi al bilancio comunitario e nazionale, nei confronti di una “Azienda Agraria Società Semplice Agricola” intestata a due cittadine di nazionalità rumena che avevano fatto richiesta di contributi pubblici (europei e nazionali) di aiuto all’imprenditoria agricola giovanile.
La successiva attività ispettiva – eseguita sotto la direzione ed il coordinamento dalla Procura Europea – Ufficio EPPO di Bologna – ha evidenziato e confermato il disegno fraudolento dell’imprenditore agricolo volto ad ottenere indebitamente contributi pubblici europei. Nel corso delle investigazioni, infatti, emergeva come il citato imprenditore fosse il reale dominus della nuova compagine sociale, inserendovi le giovani donne
esclusivamente in virtù del loro requisito anagrafico, proprio per poter accedere, a suo esclusivo vantaggio, ai contributi del «PSR Pacchetto Giovani 2016». Questi, peraltro, pur di attingere ulteriori analoghi contributi, aveva fatto costituire un’altra azienda agricola, questa volta sotto forma di ditta individuale, a nome della figlia, atteso che anch’essa possedeva i requisiti anagrafici (18-40 anni) necessari per poter ottenere il sostegno economico.
All’esito delle complessive attività investigative, le Fiamme gialle hanno provveduto a segnalare all’Autorità Giudiziaria europea i soggetti coinvolti e responsabili dei reati di “truffa aggravata per il conseguimento di
erogazioni pubbliche (640 – 640 bis C.P.)”, consumato e tentato per la parte di contributo non erogata grazie alle indagini, nonché “autoriciclaggio (648 ter.1 C.P.)”. Gli indagati, ai quali è già stato notificato l’avviso di
conclusione delle indagini, sono da ritenersi presunti innocenti fino al definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.
Complessivamente sono stati sottoposti a controllo circa 230 mila euro di contributi, dei quali circa 82 mila euro già recuperati dall’Organismo Pagatore, circa 70 mila euro sottoposti a sequestro finalizzato alla confisca e circa 58 mila euro mai erogati grazie alla tempestiva segnalazione delle Fiamme Gialle alla Regione Toscana. Per ulteriori 20 mila euro circa è tutt’ora in corso il procedimento amministrativo per la revoca del contributo da
Il controllo del corretto utilizzo dei fondi pubblici, oltre ad aiutare la crescita produttiva ed occupazionale, mira a salvaguardare l’equità e l’efficienza nella gestione delle risorse pubbliche, garantendo altresì che i finanziamenti pubblici giungano alle imprese oneste ed effettivamente in possesso dei requisiti previsti dai regolamenti comunitari.
L’attività di indagine si è svolta in perfetta sinergia tra la Procura Europea e la Guardia di Finanza che, grazie alla sua capillarità sul territorio, ha prontamente monitorato l’utilizzo di risorse europee al fine di individuare attività illecite, mostrandosi ancora una volta presidio di legalità a tutela della spesa pubblica nazionale e comunitaria.