FOLLONICA – “Dieci giorni fa il violento nubifragio ha indotto il sindaco di Follonica a chiudere l’Istituto superiore. Si è fatto il solito conto dei danni, chi di dovere, più o meno, si è mobilitato. Certamente si sono mobilitati i cittadini che i danni li hanno subiti. Ma non risulta che nessuno si sia chiesto perché, mentre le scuole superiori sono rimaste chiuse un giorno (e poi un altro qualche giorno dopo), le altre scuole di Follonica sono rimaste regolarmente aperte”.
A dirlo Cobas Scuola Grosseto in una nota.
“La risposta è la solita: l’assenza di manutenzione e di prevenzione nel campo della sicurezza. L’aula magna della sede centrale si è allagata, mentre vi erano significativi gocciolamenti in alcune aule. Nella sede del liceo, invece, gli osservatori più attenti già da tempo hanno segnalato il distacco dell’imbiancatura del soffitto in alcuni punti dell’edificio. Mentre si procede ad una digitalizzazione forzata delle scuole e aumentano gli investimenti in tecnologia (la scuola ha approvato i progetti legati al Pnrr) che sarà obsoleta tra qualche anno, si trascurano le strutture, che sono obsolete da tempo e che presentano il loro conto di crolli, che speriamo che verranno evitati nel caso di Follonica. Un problema diffuso, quello dei crolli nelle scuole in Italia”.
“Proprio nei giorni scorsi, Cittadinanzattiva ha presentato il XXI Rapporto sulla sicurezza delle scuole. In sintesi, il calo demografico si fa sentire soprattutto nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado, con una riduzione di oltre 105 mila studenti, ma restano ancora aule sovraffollate in cinque classi su cento delle superiori. Sulle certificazioni nessun passo in avanti, ne resta priva circa la metà delle scuole; nell’ultimo anno scolastico ci sono stati ben 61 episodi di crolli, un boom rispetto all’ultimo quinquennio. E docenti e dirigenti segnalano infiltrazioni di acqua e distacchi in un terzo delle scuole e addirittura crepe in un quarto dei casi”.
“Gli edifici costruiti prima del 1976 sono il 47%, solo l’11% circa è progettato secondo la normativa antisismica e su appena il 3% sono stati effettuati interventi di adeguamento e miglioramento sismici. Circa il 58% è privo del certificato di agibilità, il 55% di quello di prevenzione incendi, il 41% del collaudo statico. Tra settembre 2022 e agosto 2023 Cittadinanzattiva ha registrato 61 crolli, numero mai raggiunto in questi ultimi 6 anni, di cui 24 nelle regioni del Sud e nelle Isole (39%), 23 nel Nord (38%), 14 nelle regioni del Centro (23%): 9 in Lombardia, 5 in Piemonte, 3 in Liguria e in Emilia Romagna, 2 in Veneto, 1 in Friuli Venezia Giulia; 8 in Campania, 7 in Sicilia, 5 in Sardegna, 1 in Puglia, Calabria, Abruzzo, Basilicata, Umbria; 8 nel Lazio, 5 in Toscana.
Tali episodi hanno provocato il ferimento di sei studenti, un’insegnante, una collaboratrice scolastica, oltre che danni agli ambienti e agli arredi, interruzione della didattica, provocando ingenti disagi e paura agli studenti e alle loro famiglie. Si è trattato fortunatamente di crolli avvenuti di notte, nel week end o in periodi di chiusura delle scuole per le festività. Le cause sono in gran parte da ravvisare nella vetustà degli edifici e dei materiali con cui sono stati costruiti, nell’assenza o carenza di manutenzione, nella riduzione degli investimenti relativi a indagini e interventi su controsoffitti, solai, tetti, nella mancanza di tempestività nell’intervenire”.
“Questa volta per gli studenti di Follonica si è trattato di due giorni di vacanza (ma qualcuno direbbe due giorni di perdita dell’offerta formativa, alla quale sembra non si dia peso). E, affinché non accada come in provincia di Arezzo, a S. Giovanni Valdarno, dove nelle settimane scorse è crollato un solaio (fortunatamente quando nessuno era dentro l’edificio), occorre che la Provincia prenda gli opportuni provvedimenti. Non è dato sapere se la necessità di una manutenzione urgente è stata presa in considerazione, ma i cittadini maremmani hanno buona memoria. Occorrono interventi urgenti di manutenzione. Cosa pensa di fare la Provincia”?