GROSSETO – Il polo Manetti Porciatti di Grosseto impegnato nella campagna “Io non rischio”, organizzata da Provincia e Comune di Grosseto in piazza Dante, con l’obiettivo di sensibilizzazione alle buone pratiche in caso di eventi calamitosi. Insieme agli elementi di Protezione civile, ordini professionali e associazioni, il Polo tecnologico grossetano ha creato un grande interesse intorno al proprio stand, grazie alla realizzazione di un modellino capace di generare terremoti a intensità, e quindi magnitudo, variabile.
“Già dallo scorso anno – spiegano i professori Andrea Lelli, responsabile del CAT, e Vincenzo Di Gennaro responsabile dei PCTO – partecipiamo a questa iniziativa pubblica. Stavolta lo si è fatto approfondendo il nostro impegno, tramite l’organizzazione e progettazione di un simulatore di terremoti e dell’effetto della liquefazione, facendo collaborare tutti gli indirizzi della scuola.”
“Si è trattato di unire le forze – ha raccontato il professor Vincenzo Iacobone -. La specializzazione di Meccanica, tramite Solid Works ha modellato e dimensionato la struttura del simulatore, mentre il CAT ha provveduto alla realizzazione del modellino orografico del territorio.” In piazza sono stati portati anche i droni, utilizzati per il rilevo aerofotogrammetrico.
“Rappresentare il territorio – ha aggiunto il professor Gioele Rossi – tramite i rilievi con i droni, permette agli studenti del Cat di comprendere i meccanismi e gli effetti devastanti dei dissesti provocati da agenti naturali.” Intanto la senatrice Simona Petrucci, membro della Commissione Ambiente al Senato, intervenuta alla manifestazione in piazza Dante, colpita dal lavoro fatto dagli allievi del Polo, ha invitato gli studenti a palazzo Madama per mostrare la macchina che simula i terremoti, al fine di farne un progetto di livello nazionale.
Ma cosa ha significato per i ragazzi questa esperienza? “E’ stato bello partecipare – risponde entusiasta la studentessa dal CAT Francesca Attanasio – perché quotidianamente ne vediamo gli effetti. Sensibilizzare è importante per capire come gestire e non farsi trovare impreparati.”
“Ci siamo impegnati molto – le fa eco la collega Alina Valentina Suciu – per arrivare alle scale con i modellini di cartone, poi realizzati con una stampante 3D. Ciò significa applicare alla realtà le nostre conoscenze teorico tecniche. Un grande valore che il nostro Istituto esprimere come metodologia di lavoro”.