GROSSETO – «Dispiace si sia aperto un dibattito fatto di accuse, insulti e veleni: il nostro appoggio alla proposta di legge d’iniziativa popolare “Un cuore che batte, al pari del sostegno manifestato dal sindaco di Grosseto e dalla presidente della commissione Pari opportunità Carla Minacci, che ringraziamo e sosteniamo, nasce dall’esigenza di portare il dibattito sull’interruzione di gravidanza al centro della scena politica e sociale» affermano in una nota Fratelli d’Italia, lista civica Vivarelli Colonna sindaco, Lega, Forza Italia e Nuovo Millennio.
«Tanto per essere chiari: non è intenzione di nessuno stravolgere l’approccio laico alla legge 194. Né esiste la volontà di piegare, violare o men che meno annullare il diritto delle donne a compiere questa delicata e dolorosa scelta. Chi ci accusa di questo, dunque, perde il suo tempo. Facciamo però presente che la 194 presenta alcune criticità. Peraltro note da tempo. Sì, perché i primi cinque articoli che la compongono, per esempio, non hanno ricevuto adeguata attuazione. Siamo convinti debba essere infatti potenziato lo strumento informativo legato alle interruzioni di gravidanza e la consapevolezza che tale scelta impone. Così come dev’essere forte e imprescindibile l’impegno della politica affinché il sostegno degli attori sociali a supporto della donna sia sempre maggiore, compresa una netta riduzione dei fattori economici di disagio».
«Oltre a questo, vogliamo sottolineare come quello che era inquadrato come un semplice grumo cellulare negli anni Settanta, quando le femministe di Unione donne italiane, pompe di bicicletta alla mano, sensibilizzavano alle problematiche della salute riproduttiva, è in realtà una vita. Va inoltre considerato che oggi l’aborto farmacologico ha portato l’interruzione di gravidanza al di fuori dalla sfera pubblica e sociale, relegandola a questione intima e personale, trasformandola in un evento che le donne, in completa solitudine, affrontano tra il salotto e il bagno di casa» prosegue la nota.
«Resta fermo il punto che ogni iniziativa è migliorabile. E laddove oggi si parla di obbligo di far ascoltare il battito cardiaco del feto alle donne che hanno scelto di abortire, magari saranno introdotte alcune correzioni: va da sé che la nuova legge avrà bisogno di pesi e contrappesi, magari, ma non solo, legati a situazioni di stupro o conclamate malformazioni fetali. Insomma il dialogo è aperto».
«Quel che ci interessa, però, è far emergere la questione ed esprimere liberamente il nostro pensiero. Una libertà, quella di parola, sancita dalla Costituzione e dalle regole democratiche. Un diritto che dovrebbe essere garantito a tutti, al di là di come la si pensi e del proprio colore politico».