GROSSETO – «Sono caduto fratturandomi una clavicola» Adriano Marino, un lettore del Giunco, racconta così quanto capitato agli inizia di settembre, sulla ciclabile tra Marina e Grosseto, secondo quanto afferma a causa delle «condizioni penose in cui versa la pista ciclabile che presenta l’asfalto tutto o in gran parte rovinato. Ci sono tanti piccoli dossi, avallamenti e buche che mettono ad ad alto rischio di cadute chi la percorre soprattutto in bicicletta».
«Qualche anno fa sono stati fatti dei lavori per portare il metano a Marina e dopo aver fatto un bel solco lungo alcuni km e largo 40 cm, la ditta costruttrice non ha asfaltato a regola d’arte e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. In molti tratti l’asfalto è disconnesso, non è a livello e questo comporto la presenza di buche o piccoli dossi, molto pericolosi».
«Questa pista inoltre presenta tanti incroci molto pericolosi che non sono mai stati messi in sicurezza – prosegue Marino -. L’incrocio più a rischio è quello che si trova a Principina a terra dove appena pochi mesi fa un ciclista è stato investito ed è morto sul colpo. Dopo quel grave incidente nulla è stato fatto. Cosa altro deve succedere? Inoltre a partire dall’incrocio del querciolo e cosi per tanti km non è presente sulla strada elle Collacchie che passa a pochi metri dalla pista, nessun guardrail di protezione. Un incidente fuori strada significherebbe fare una strage».
«Ho più volte segnalato al comune di Grosseto, tramite l’app Municipium le problematiche presenti su questa pista, ma anche l’ultima mia segnalazione dopo oltre tre mesi non è stata presa neanche in carico. Il 6 settembre verso le ore 19.30 mentre percorrevo con la mia bici la pista ciclabile in direzione di Grosseto, in seguito ad una buca, sono rovinosamente caduto a terra, procurandomi una frattura della clavicola sx con prognosi di 30 giorni salvo complicazioni. Cosa aspetta il comune a mettere in sicurezza questa pista ciclabile? Quante altri ciclisti devono cadere e farsi male? Ho segnalato questo incidente agli uffici competenti del comune, ma tutto tace. Bon ho chiesto risarcimento danni ma solo di sistemare una volta per sempre questa benedetta pista».
«Non è giusto ignorare questa situazione di costante pericolosità e poi farsi belli con iniziati come quelle dela “Settimana Europea della Mobilità, dove si fa un invito a tutti i nostri concittadini a recarsi al lavoro in bicicletta”. Ma con che coraggio?» conclude.