MONTE AMIATA – “Per la sanità regionale, l’Amiata grossetana apparirebbe come una sorta di terra dimenticata da Dio e soprattutto dagli uomini che l’amministrano”. Ad affermarlo è Guendalina Amati, consigliere provinciale di Fratelli d’Italia.
“Il comprensorio grossetano, non di meno di quello senese – commenta Amati -, sembra essere diventato un corpo estraneo rispetto a quelle che possono essere le varie esigenze di un territorio come quello della montagna. Un territorio, quest’ultimo, chiaramente disagiato per molteplici fattori: vuoi per le condizioni climatiche, vuoi per la viabilità, vuoi soprattutto per la presenza di persone anziane e fragili, che necessitano di tutte quelle attenzioni e bisogni sanitari tipici di quella età”.
“Fatta questa premessa – prosegue la consigliera provinciale -, il Comune cittadino e contribuente, si immaginerebbe di avere almeno un ospedale, nel caso specifico quello di Castel del Piano, che potesse rispondere quanto mai alle minime esigenze di un territorio complesso e difficile come quello di montagna. Purtroppo, invece, se andiamo a vedere la realtà, scopriamo che il numero dei posti letto a disposizione, sommando anche ospedali di comunità, è ben al di sotto di quella che è la media nazionale. Infatti, molte figure specialistiche, come anestesisti, chirurghi, urologi, ortopedici sono ‘solo di passaggio per alcune ore a settimana’, e molti esami radiologici in urgenza non sono praticabili, specialmente se ricadono di notte e nei giorni festivi”.
“A tutto questo – prosegue l’esponente di Fdi -, si aggiunge la carenza, più volte denunciata, dei mezzi di trasporto per eseguire esami o valutazioni in urgenza, presso il Misericordia di Grosseto, per cui i tempi di attesa per i trasporti spesso si prolungano di ore, per non parlare poi delle dimissioni dei pazienti, che purtroppo molto spesso rimangono “parcheggiati” in ospedale fino al giorno successivo per mancanza di mezzi. Infatti, quest’ultima attività, essendo in carico al volontariato, specialmente in zone poco abitate o con età media molto alta, diventa sempre più difficile espletare da parte delle varie associazioni, che già fanno i cosiddetti salti mortali per cercare di mantenerla, pur tra tagli di finanziamenti e quant’altro da parte della Regione”.
“Quindi, di fatto, viene creata una sanità di serie A, in luoghi dove risiedono molti abitanti, e una sanità di serie B, in zone come quella amiatina, in quanto meno abitate. Tutto questo, in palese contrasto con il comune senso civico, ma soprattutto con il dettato costituzionale della nostra Repubblica. Fratelli d’Italia chiede con urgenza l’apertura di un confronto serio sulle problematiche della sanità amiatina, e perché no, anche per la ricerca di nuovi modelli operativi che possano dare risposte concrete alle esigenze della popolazione, come dovrebbe essere quelle di una sanità efficace che possa fare da volano anche ad un nuovo utilizzo di questi territori e magari fare da traino per una crescita economica dell’Amiata”.