GROSSETO – “La volontà di perseguire l’intitolazione di una via ad Almirante è divisiva e fa parte di quel revisionismo storico in atto che vorrebbe tentare di mettere sullo stesso piano chi ha imposto dittatura e chi la dittatura l’ha combattuta con la Resistenza e dato le libertà negate dal regime fascista”. Così il Pci commenta il via libera della Prefettura al progetto dell’Amministrazione comunale di Grosseto.
“Il nulla osta da parte della Prefettura tuttavia non ci sorprende – continua il Pci – e rientra in quel processo di negazione della storia che vorrebbe costruire una visione distorta parificando chi ha rappresentato il regime fascista come Almirante fautore e sostenitore della dittatura e dell’ideologia fascista anche nel dopoguerra, con Berlinguer che rappresenta il Pci ovvero quel partito che, insieme alle altre forze democratiche laiche, socialiste e cattoliche, ha combattuto con determinazione il regime sino alla sua caduta. Si è voluto così dare corpo alla costruzione di un falso storico, una spallata che disconosce quei valori e all’unico reale momento di pacificazione che è rappresentato dal 25 aprile, momento dal quale si è concretizzata la Liberazione ed è partita la ricostruzione del Paese e della democrazia”.
“Chissà come la penserebbe lo stesso Berlinguer e soprattutto che direbbero gli 83 minatori uccisi dai nazi-fascisti, i morti di Maiano Lavacchio, Norma Parenti e i molti altri civili tra i quali centinaia di bambini assassinati grazie anche al manifesto firmato da Almirante. Chissà cosa ne penserebbero i caduti in quella guerra folle per la conquista del mondo, la purificazione delle razze, l’esclusione dei disabili, di zingari, e di tutti i non puri, i 650 mila deportati nei campi di lavoro nazisti per avere rifiutato di combattere con i repubblichini e i nazisti – dicono dal partito -. Ormai si è sconfinato nell’assurdo e perché a questo punto, secondo il Pci, non intitolare anche il lato di una via a Mussolini e l’altro ad Hitler fautori di un’alleanza che ha scritto la peggiore storia d’Italia che condannato a morte milioni di persone e per la quale Almirante è stato un convinto sostenitore magari facendole confluire in una piazza che potrebbe essere chiamata Piazza della vergogna”.
“Il Pci ha depositato un ricorso al Presidente della Repubblica sul quale si attende pronuncia e mantiene la porta aperta a tutte le forze democratiche perché si passi ad una fase concreta per contrastare una pericolosa deriva che vuole riabilitare chi non ha meriti ed anzi è stato protagonista di quel ventennio buio – dichiara il Pci -. Il ricorso è aperto a tutte le forze democratiche e l’invito è quello di rendere attivo l’antifascismo fatto da inutili tatticismi politici, essere antifascisti vuol dire essere partigiani e non restare fermi a guardare. In questo movimento di revisionismo e riabilitazione ogni forza politica ed ogni livello istituzionale hanno responsabilità e se si vuole contrastare efficacemente la deriva verso la quale il Paese sta scivolando lo dobbiamo fare con azioni forti e concrete”.
“Per questo abbiamo chiesto anche al Presidente della Regione Toscana di emanare atti e norme che vietino l’intitolazione di vie, edifici, parchi a gerarchi fascisti ma nessuna risposta ci è pervenuta ad oggi da Giani – conclude il Pci -. Vanno bene manifestazioni, appelli, prese di posizione ma evidentemente non sono più sufficienti ad arginare quello per cui i nostri padri hanno combattuto consegnandoci un Paese libero e democratico come vuole la Costituzione che condanna e ripudia il fascismo in ogni sua forma compresa l’intitolazione di una via ad un gerarca fascista condannato dai tribunali, complice di quel regime che ha seminato lutti nella nostra provincia e che mai ha preso le distanze dall’ideologia fascista”.