GROSSETO – Ha deciso di macellare le proprie pecore per evitare lo stillicidio dell’attacco dei predatori. A raccontare la storia dell’allevatore Mirella Pastorelli, presidente del Comitato pastori d’Italia.
«Ogni giorno vengo contattata dagli allevatori, per la difficile situazione che stanno vivendo per la presenza dei grandi carnivori, che sta decretando la fine della zootecnia. La dimostrazione di ciò è la testimonianza di un allevatore che, in mezzo ai singhiozzi, ha mandato un video dove si vedono le sue 200 pecore macellate».
«Atto dovuto, mi ha spiegato, per salvarle dalla sofferenza che ogni giorno il lupo può infliggere loro. Una morsa al cuore nel vedere tutti quei capi macellati, ma unica soluzione per eliminare tante sofferenze sia agli animali che agli allevatori stremati nel vedere continuamente i capi ridotti a brandelli».
«Mentre le povere pecore venivano macellate – prosegue Pastorelli – i lupi scorrazzavano tranquillamente nella zona di Follonica tra podere Sant’Emilio e Poggio all’Ulivo e nonostante la presenza del proprietario dell’azienda Cristian Falini e cinque pastori maremmani, il lupo è riuscito a lacerare una capra di circa un anno, non anellata per la giovane età, ed è fuggito solamente quando il cane ha iniziato ad abbaiare e a dirigersi verso la capretta. Uno strazio sotto gli occhi di Cristian che mette tanto amore verso i suoi animali».
«Nel frattempo a Sovana, presso l’azienda di Lorello Biondi, nella settimana dal primo al 7 settembre il lupo ha fatto due visite, la prima vota ha ridotto a brandelli un ariete da selezione, nella seconda visita ha ucciso 4 pecore entrando nel recinto munito di reti antilupo».
«Una situazione vergognosa – continua Pastorelli -, non più sostenibile, che induce gli allevatori a chiudere e ad abbandonare la campagna. Una situazione sfuggita alla politica che avrà forti ripercussioni sia nell’ambiente, essendo gli allevatori presidi importanti, sia nel mondo del lavoro perdendo posti di lavoro e prodotti di alta qualità. Sorprendente dopo una situazione così desolante la faccia tosta della politica, che ogni volta che si avvicinano le elezioni tornano con i soliti discorsi cani, reti, convivenza tra pecore e lupi, non rendendosi conto che per la campagna non brucano più le pecore ma i lupi, i quali hanno lasciato il loro habitat naturale riuscendo a sopravvivere dai monti al mare, addirittura avvicinandosi ai centri abitati perché secondo gli studiosi sono innocui per l’uomo».
«Adesso basta di sprecare soldi elargiti dalla comunità europea per studi e progetti che non portano nessun risultato, anzi forse uno lo portano: la fine della zootecnia. Alla luce di una situazione così sconfortante è opportuno parlare di contenimento nelle zone vocate alla pastorizia, se non vogliamo vedere la campagna popolata soltanto da predatori».