SCARLINO – Il 28 agosto è stato approvata dal Consiglio comunale di Scarlino la presa d’atto del progetto di Iren Ambiente Spa, intenzionata a costruire una serie di impianti per il trattamento di rifiuti nell’area del Casone. Un progetto che non ha convinto il consigliere di Fratelli d’Italia Paolo Raspanti e il coordinatore comunale di Fdi Salvatore Aurigemma.
«Come gruppo di Fratelli d’Italia e unici all’interno del Consiglio comunale, abbiamo votato contro l’iniziativa, per una serie di motivi – dichiarano Raspanti e Aurigemma -. Iren Ambiente vorrebbe costruire, al posto del vecchio inceneritore, una serie di impianti per il trattamento di fanghi, pulper (scarti di cartiere e concerie), scarti e residui legnosi, riciclo di materie plastiche con conseguente fusione e formazione di pellets, infine rifiuti liquidi con l’inserimento dei depuratori di Scarlino e Follonica, oltre che una centrale elettrica per gli autoconsumi e la vendita di energia elettrica».
«Dopo la vera e propria guerra contro l’inceneritore, a nostro avviso si doveva parlare della bonifica di un territorio compromesso dal punto di vista ambientale, piuttosto che di un altro mega impianto per il trattamento dei rifiuti, del quale sappiamo ben poco, se non le scarne informazioni fornite dalla stessa Iren – prosegue Fdi -. Non siamo e non siamo mai stati prevenuti nei confronti dell’industria, e la nostra disponibilità nei confronti di Venator e dei suoi problemi ne è stata la dimostrazione lampante, ma non siamo disposti a prendere a scatola chiusa un mega impianto di trattamento di rifiuti da centinaia di migliaia di tonnellate provenienti da tutta la Toscana e probabilmente ben oltre, che impegnerà le future generazioni, come nulla sappiamo dell’impatto sulla viabilità locale, né sull’impatto acustico e senza avere tutte le informazioni tecniche al riguardo».
«Ci chiediamo poi, come mai la Regione Toscana individua sempre e solo la Maremma come sito di smaltimento dei rifiuti. Possibile si debba essere sempre la pattumiera della Regione? Possibile che altri siti, dove viene prodotta e distribuita ricchezza, non si possano accollare anche l’onere di smaltire i propri materiali di risulta? Di spazi nella zona industriale di Scarlino ve n’è in abbondanza, ma non abbiamo udito dell’insediamento di startup, di aziende innovative e/o ad alta tecnologia, ma solo di smaltimento dei rifiuti. In campagna elettorale, quando dire costa poco, avevamo detto stop all’insediamento di nuove industrie perché la vocazione del territorio di Scarlino è una vocazione turistica e non industriale».
«Abbiamo le spiagge più belle del golfo e per avere i cento posti di lavoro promessi da Iren, basterebbe rendere appetibile il territorio per gli investitori proponendo strutture turistiche e potenziando i servizi, e questa ci sembra proprio la strada sbagliata – concludono Raspanti e Aurigemma -. Per questo non ci sentiamo di dare il nostro avallo a questa iniziativa ed anche se ad alcuni il voto contrario di un solo consigliere può “risultare ininfluente”, ricordiamoci che Fdi è la forza politica che rappresenta il 30 per cento degli elettori».