FOLLONICA – Un fine settimana di raccolta firme per il Pd, impegnato anche a Follonica sul fronte del salario minimo. In particolare chi vorrà firmare la proposta portata avanti dal partito potrà farlo sabato 2 settembre alla Coop di via Chirici, la mattina dalle 10 alle 12:30 e il pomeriggio dalle 16 alle 19, e domenica 3 settembre in via della Repubblica all’ingresso del quartiere Senzuno (davanti alla pasticceria Peggi) dalle 9:30 alle 12:30.
«È importante – dichiara la segretaria del Pd di Follonica Mirjam Giorgieri – la mobilitazione di tutti e tutte. Il lavoro per garantire dignità alle persone deve essere retribuito in maniera proporzionale ed equa. Il nostro territorio vive importanti crisi industriali, penso a Piombino e alla piana di Scarlino, che rischiano di acuire un’emergenza, quella legata al mondo del lavoro, che non possiamo sottovalutare. Schierarsi a favore del salario minimo significa impegnarsi affinché ad ogni lavoratore e lavoratrice sia riconosciuto un compenso equo ed uscire da quello sfruttamento che fa dei lavoratori autonomi e sottopagati la nuova classe ai limiti della povertà in Italia».
«Sono più di 3 milioni le lavoratrici e i lavoratori che in Italia non guadagnano abbastanza per superare la soglia della povertà – dichiara il Pd di Follonica -. 100mila solo in Toscana. L’articolo 36 della nostra Costituzione stabilisce che la retribuzione deve essere proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto e deve garantire libertà e dignità. I numeri però parlano chiaro: questo diritto viene costantemente violato».
«È per questo che, assieme alle altre opposizioni (Avs, Azione, Movimento 5 Stelle, +Europa) il Partito democratico ha costruito una proposta unitaria che rafforza la contrattazione collettiva, facendo valere per tutti i lavoratori e le lavoratrici di un settore la retribuzione del contratto firmato dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative. In questo modo si combattono i contratti “pirata”, le false imprese, le false cooperative e le esternalizzazioni che servono proprio a sottopagare i lavoratori; fissa una soglia legale di 9 euro l’ora, sotto la quale nemmeno la contrattazione collettiva può scendere. Salario minimo non significa, quindi, 9 euro per tutti e tutte: chi oggi prende 5 euro l’ora, non potrà prenderne meno di 9; chi oggi ne prende 14, continuerà a prenderne 14 e li prenderanno anche tutti i lavoratori e le lavoratrici di quel settore, anche se non coperti dal contratto più rappresentativo.
La proposta estende i suoi effetti anche a lavoratrici e lavoratori parasubordinati e a tanti autonomi. Mobilitiamoci per porre l’attenzione su questo tema e raccogliere firme a sostegno della proposta del Partito Democratico».