CAMPAGNATICO – Come ogni anno a settembre, durante la festa dedicata alla Natività di Maria, il paese torna a colorarsi in ogni suo angolo e ad attendere con trepidazione la corsa dei somari la domenica successiva all’8 settembre.
Quest’anno per la realizzazione del palio, (parola che deriva dal latino pallium cioè mantello) il grande drappo di stoffa che deriva dalla tradizione medievale di cingere appunto con un mantello di stoffe pregiate i vincitori di gare equestri, è stato scelto il pittore Claudio Piro, nato a Orbetello che ha studiato al liceo artistico e attraverso un arte figurativa, con varie tecniche, valorizza il territorio a cui è fortemente attaccato, con giochi di luci e ombre che ricordano uno stile Caravaggesco.
Piro ha già collaborato in diverse occasioni con l’associazione AVIS, che quest’anno patrocinerà la realizzazione dell’ambito cencio.
Claudio Piro per l’occasione sarà costretto a rispettare la rigida iconografia richiesta nella realizzazione del palio di Campagnatico, come del resto viene richiesta per ogni palio, a partire dal più noto e famoso palio della Toscana e d’Italia, quello di Siena.
Come si fa a dare libero sfogo alla creatività dentro un recinto così angusto di regole e soggetti fissi? Ricordiamo che nel palio deve essere presente la Madonna, gli asini, i colori e i simboli delle quattro contrade del paese: Pieve, Centro, Castello e S. Maria. Immagino che in questi giorni visionerà i drappelloni degli anni passati, senza ovviamente voler anticipare nulla, per non guastare l’emozione del momento in cui l’opera sarà finalmente scoperta davanti ai campagnatichesi durante la presentazione ufficiale, le vorrei però chiedere se ha un’idea di come personalizzare il palio. Crede di ispirarsi ad uno dei palii degli anni passati o di battere nuove strade, se non nei soggetti quantomeno nella tecnica e nello stile?
«Salve, inanzi tutto devo dire che è un piacere e un onore essere chiamato per realizzare il drappo per questa importantissima manifestazione. Ho visionato tantissimi drappi passati per farmi un idea di come impostare il lavoro, ma cercherò di seguire il mio stile pittorico seguendo le linee guida che contraddistinguono questa manifestazione. Batteró nuove strade rimanendo fedele alla manifestazione ma offrendo uno spunto diverso e particolare».
Il palio è un’opera sempre molto connotata dal punto di vista emotivo, è carico delle aspettative dei contradaioli ed ha un valore che sicuramente travalica l’aspetto estetico. È anche lei un po’ emozionato da questo onere e onore di realizzare un opera artistica così peculiare?
«Si, sono molto emozionato. Ho già realizzato dei drappi, per i pali marinari del mio paese e per il Carrissimo del carnevale, ma devo dire che questa volta è diverso, sento più responsabilità sulle spalle. Il mio obiettivo è non tradire le aspettative e donare un lavoro che renda orgoglioso il popolo di Campagnatico».
Un’ultima domanda. Conosceva già la realtà del palio di Campagnatico, in passato è stato in qualche modo legato a questa tradizione oppure rappresenta per lei una novità assoluta da scoprire ed apprezzare in questo poco tempo che ci divide dalla corsa di settembre?
«Conoscevo questa manifestazione avendo amici del paese, che ogni anno mi facevano vivere e scoprire la tensione che precede questo evento. Però questa volta sto conoscendo altri lati della corsa, attraverso ricerche e studi e devo dire che è una sorpresa continua».