GROSSETO – «Crediamo profondamente che, in una città ospitale e di tutti, debba essere centrale lo spazio dei diritti, e il diritto alla cultura è uno di questi; uno spazio di civiltà e di crescita oltre che un forte antidoto contro tutte le paure che spesso vengono costruite su misura e distillate a piacere a seconda dei sondaggi politici». Così Arci Comitato Grosseto e il circolo Arci Khorakhané intervengono sulla questione del musicista di strada immobilizzato da sei agenti di polizia municipale il 16 agosto.
«Sta qua la nostra idea di sicurezza – prosegue Arci -: una città vissuta e abitata, luogo di incontro e crescita tra differenti, dove allo spauracchio delle emergenze si risponde con pratica di governo partecipata. Molte città hanno fondato sulla cultura e sul suo indotto una crescita economica che rappresenta oramai un importante volano di sperimentazione e contaminazione. Così è per Ferrara, che per esempio da circa trentacinque anni organizza il Ferrara Buskers Festival: artisti di strada da tutto il mondo si riuniscono in questa città per un festival dai numeri stellari; il festival dei buskers, cioè coloro che si “buscano” il pane girando il mondo a intrattenere il pubblico per le vie di borghi, vicoli e piazze di paesi e città».
«Sì, perché essere artisti di strada è un’attitudine, una scelta, una professione. Crediamo che una città e un capoluogo di Provincia come Grosseto debba dotarsi di una regolamentazione in linea con quella di altre realtà che incentivi questo tipo di attività culturale. Ad Alessandro va la nostra solidarietà e vicinanza, e allo stesso tempo sentiamo la necessità di costruire in maniera partecipata una proposta che tuteli la cultura e tutte le sue forme, uno spazio permanente di confronto. Lo lanciamo così, perché crediamo che nessuno debba sentirsi solo in questa città».