FOLLONICA – L’hanno trascinato in un angolo buio, gli hanno puntato un coltello alla pancia e si sono fatti consegnare quanto c’era nel portafogli (neppure due euro) e il telefono.
Un ragazzino di 16 anni ancora da compiere è stato rapinato la notte di Ferragosto a Follonica, all’inizio del lungomare.
Il ragazzino, la sera tra il 15 e il 16 agosto, era con un amico. I genitori erano ad un compleanno a 500 metri da lì e per la prima volta avevano concesso al figlio di restare in giro sino a dopo mezzanotte, con la raccomandazione di restare tra via Roma e il lungomare Italia, cosa che i due ragazzi hanno fatto.
«Proprio qui, tra il Piccolo mondo e la gelateria Pagni, è avvenuta la rapina» racconta il padre del ragazzo. «Mio figlio e l’amico sono stati avvicinati da una ragazza. Sembrava ubriaca, diceva frasi sconnesse. Poi si sono avvicinati altri, anche loro dicevano frasi senza senso. Forse per confonderli e prenderli di sorpresa. È stato un attimo, tanto che l’amico non si è neppure reso conto di quanto stava accadendo: uno, con le treccine (l’unico, oltre la ragazza, che mio figlio è riuscito a descrivere nonostante lo choc), ha agguantato mio figlio per un braccio e l’ha trascinato in un angolo buio. Ha puntato un coltello contro la pancia. Mio figlio ha un piccolo graffio lì dove la lama ha toccato la carne, sotto la maglietta».
«”O mi dai 30 euro o ti buco” ha detto. Ma mio figlio 30 euro non li aveva. Avevo dato giusto i soldi per acqua e gelato. Ha preso il borsello. Dentro c’erano meno di due euro. E allora ha preteso che gli sbloccasse il cellulare. Se l’è preso e se ne è andato».
Il tutto è successo in pochi minuti. 20 minuti prima dell’una di notte. «Ho chiamato mio figlio per dire che eravamo pronti a tornare a casa, che saremmo andati a prenderli sotto la ruota panoramica. Una volta abbassato il telefono ho pensato che, per dove ci trovavamo, era più comodo prenderli al cancello dell’Ilva. Ho provato a richiamare e non mi ha risposto. Ecco, è successo in quei pochi minuti».
Lo hanno rapinato con un coltello per due euro e un telefono che, dietro ammissione dello stesso padre «ha pochissimo valore economico. Un anno fa è stato pagato 150 euro da nuovo».
La sensazione, ripensandoci a mente fredda, è che il gruppetto di rapinatori, quattro-cinque ragazzi sui 20 anni, non fosse l’unico a Follonica. «Potrebbero essere stati un gruppo più grosso, forse venuto apposta nella città del Golfo, e poi suddiviso in gruppetti per dare meno nell’occhio».
«Aldilà della rabbia del primo momento, oltre che della paura, nei giorni successivi è scattato il pensiero di ciò che avrebbe potuto succedere. Mio figlio è giovane, ma è un ragazzone alto: se si fosse ribellato? Poteva venire accoltellato. Oltretutto trovo assurdo che un ragazzo non possa permettersi di passeggiare tranquillamente nel centro della città, dove ci sono famiglie, negozi aperti, gente. Assurdo che ci sia chi si sente libero e tranquillo di rapinare un giovane, sentendosi impunito».
Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Follonica che stanno indagando sulla rapina.
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