GROSSETO – Fisco. Parola che non suscita certo simpatie. Imposte, tasse, contributi: tutto indispensabile per mandare avanti i servizi e non far finire lo Stato, quindi noi, in malora. In Italia i tributi hanno assunto, negli anni, una dimensione enorme. Definiremo il tutto, genericamente, “tasse”, così da capirci al volo, anche se dal punto di vista giuridico e dei termini l’argomento sarebbe più sfaccettato.
Italiani popolo di tartassati. E proprio I tartassati è il titolo di una celebre pellicola in cui il mitico Totò, commerciante, era inseguito (o, se preferite, perseguitato) dal grande Aldo Fabrizi, maresciallo della tributaria. Tra loro l’astuto fiscalista, interpretato dal bravo attore francese Louis de Funès. Il film era in bianco e nero, del ’59. Oggi, nell’epoca delle tivù ultra piatte, delle dichiarazioni dei redditi on line e delle intelligenze artificiali, la sostanza è rimasta sempre la stessa: le tasse sono un peso per alcuni, un incubo per molti.
Di recente il governo di centrodestra ha varato l’ennesima rottamazione delle cartelle esattoriali. La misura ha consentito ai contribuenti di versare al fisco l’importo soggetto a riscossione senza pagare sanzioni o interessi: sino a 18 rate spalmate in cinque anni. Inoltre, niente interessi sulle multe stradali non pagate. Stralciate, infine, tutte le cartelle al di sotto dei mille euro emesse tra 2000 e 2015 (scelta non avallata in molte città amministrate da sindaci dem).
Ma c’è di più. Sì, perché il leader della Lega Matteo Salvini vuole realizzare quella che nel programma del centrodestra è indicata come “pace fiscale”, ovvero un saldo e stralcio che riguarderebbe fino a 15 milioni di persone. «Una grande e definitiva pace fiscale» per liberare «milioni di italiani ostaggio da troppi anni dell’agenzia delle Entrate». Gli «evasori totali per me possono andare in galera» «ma se qualcuno ha un problema fino a 30mila euro che si trascina da anni, chiudiamola: gliene chiediamo una parte e azzeriamo tutto il resto». Così il leader del Carroccio sabato 15 luglio durante un incontro a Cagliari riportato da Il Sole 24 Ore.
«La promessa di una pace fiscale definitiva, che segue un’altra pace fiscale definitiva, che segue condoni tombali di ogni genere e tipo, a riprova che quando è legittimata l’evasione non si arresta mai» replica Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Partito Democratico. Mentre il leader dei 5 stelle Giuseppe Conte riguardo la prospettiva di pace fiscale parla di «Messaggio sbagliato» e di «sub-cultura tossica».
La Cgia di Mestre ha certificato che, tra 1973 e 2018, il nostro Paese ha incassato, con condoni vari, 132 miliardi di euro. C’è chi dice siano pochi e chi, invece, evidenzia il fatto che mai si sarebbe riusciti a riscuotere tanto.
Tutto ciò premesso, la domanda è la seguente: siete favorevoli alle politiche di rottamazione delle cartelle e alla ricerca di una pace fiscale? Lo abbiamo chiesto a Mario Lolini, uomo forte della Lega in Toscana; Stefano Rosini, consigliere comunale del Partito democratico a Grosseto. Buona lettura.
MARIO LOLINI
Sono assolutamente favorevole a tutte quelle politiche che favoriscono l’istituzione di un sistema fiscale amico dei cittadini e delle imprese. Nessuno intende favorire i furbetti, gli evasori conclamati e che frodano enormi quantità di denari allo Stato. Ma non è possibile approcciare un argomento di questo genere con un piglio del tutto ideologico e irrazionale. In Italia abbiamo un sistema fiscale oppressivo: chi dice il contrario mente.
Esiste una montagna di euro che lo Stato non riesce a esigere. Miliardi che le casse pubbliche non vedranno mai arrivare. Mai. E questo va a sommarsi a quella che andavo descrivendo poco fa: l’oppressione fiscale, una mannaia smodata che colpisce ogni cittadino, ogni lavoratore, ogni impresa.
Purtroppo stiamo vivendo anni complessi. La pandemia ha rivoluzionato le nostre vite e ha avuto effetti forti sulle attività economiche e produttive. Adesso il caro prezzi sta mettendo a dura prova i bilanci familiari e imprenditoriali. Occorre quindi una risposta adeguata, straordinaria, forte. La rottamazione delle cartelle proposta dal governo quest’anno è stata un provvedimento che è andato in questa direzione. Parliamo di milioni di cittadini che hanno deciso d’intraprendere un percorso virtuoso: porterà il fisco a incassare denari che altrimenti non avrebbe visto neppure con il binocolo.
Oltre a quest’azione, il governo e in particolare il leader della Lega Matteo Salvini, sta pensando a un’ulteriore passo verso la pace fiscale, con il saldo e stralcio di posizioni conflittuali tra erario e cittadini che si trascinano da anni e sono, nel concreto, molto difficilmente esigibili se affrontate seguendo i percorsi abituali.
Per esempio, chi ha fatto la dichiarazione dei redditi, ma poi per ragioni di salute, infortunio, perdita o diminuzione del lavoro e altri gravi fattori non è riuscito a pagare tutto il dovuto, deve potersi mettere in regola con un accordo agevolato.
Questa, per noi, è la vera giustizia sociale. La sinistra ci accusa di populismo, mi fa sorridere. Il Pd non prende più un voto nelle zone di periferia e nelle fabbriche: è divenuto il partito della Ztl, dei salotti buoni, di quelli con il cuore a sinistra, il portafoglio a destra e l’attico in centro. Si sono fatti superare a sinistra dai grillini gonfi di demagogia e preda della propaganda elettorale permanente.
La Lega sta con i cittadini, le imprese, i piccoli artigiani e commercianti, gli agricoltori. La gente vera, che fatica, che suda, e che prima pensa a dare da mangiare alla propria famiglia e poi paga un fisco strabordante e mai sazio.
Sia chiaro: le tasse vanno pagate. Ma devono essere tollerabili. La sinistra sappia che è finita l’epoca del governo forte con i deboli e debole con i forti. La nostra azione contro gli extraprofitti delle banche dovrebbe aver insegnato qualcosa: così si fa la redistribuzione economica, non bastonando i poveracci.
STEFANO ROSINI
Evasori colpevoli o perseguitati? la diatriba si accende tutte le volte che si affaccia all’orizzonte un condono fiscale. La definizione “pace fiscale” implica che vi sia una guerra in corso. Un conflitto che vede lo Stato contro i cittadini: questa la narrazione salviniana. Ma guardando oltre la pura propaganda, lo sapete quanto portano in dote alle casse pubbliche i condoni? Ve lo dico io: poco. Partendo dall’ultima rottamazione delle cartelle, quella dell’anno in corso, si scopre come sia stata la più gettonata di sempre, con oltre 3 milioni di adesioni, che però rappresentano appena il 14 per cento del totale complessivo dei debitori.
Una goccia nel mare. In pratica lo Stato si è ripreso una parte infinitesimale di quel che gli spettava e ha lasciato perdere sugli altri miliardi evasi. La soluzione, lo dicono gli esperti, sarebbe quella di far pagare a tutti le tasse, garantire servizi all’altezza, evitare gli sprechi e ogni forma di tassa occulta. Poi, redistribuire il gettito all’insegna della giustizia sociale. Anche perché senza tasse non avremmo servizi fondamentali quali scuole e sanità. Invece si sceglie di strizzare l’occhio a chi le tasse non le ha volute pagare, un “tanto in qualche modo sistemiamo tutto” che ha il sapore del becero populismo. Un modo di fare che se fosse accolto da tutti i contribuenti manderebbe gambe all’aria i conti dello Stato.
Ora con le nuove prospettive delineate da Salvini e ulteriori interventi in arrivo c’è da scommettere che in molti attenderanno di capire quali altri accorgimenti metterà in atto l’esecutivo su questo tema. Nell’attesa di ulteriori atti di “pace” c’è chi resterà fermo dinanzi agli impegni presi con l’istituto di riscossione. Tra questi, quelli che hanno aderito alla rottamazione delle cartelle di quest’anno: la prima e la seconda rata sono in programma per i prossimi mesi di ottobre e novembre.
Insomma, se il governo crea continue aspettative di condono, tutti i soggetti che devono versare le imposte sono indotti a non farlo per vedersi “perdonare” l’evasione e l’elusione fiscale e contributiva che hanno realizzato, in attesa, di volta in volta, di nuovi provvedimenti.
Le politiche di Matteo Salvini sono evidentemente dettate da interessi elettorali e non dal buonsenso. Non c’è chi vuole aiutare milioni di italiani e chi invece vuole dare loro contro. C’è solo chi cerca elettori da un lato e chi ragiona con la realtà dei numeri dall’altro. Salvini fa propaganda. Il mio non è un approccio ideologico, ma sarebbe un errore se il governo decidesse di rottamare le cartelle esattoriali di tutti, senza nessuna distinzione di reddito. Ai cittadini arriverebbe un messaggio di forte ingiustizia sociale. Una cosa è cancellare vecchi debiti a chi è in difficoltà, un’altra è estendere questo beneficio ai furbetti che possono pagare. Una questione di rispetto verso tutti quei contribuenti che hanno versato regolarmente.