FOLLONICA – «La rimozione di un piccolo canneto da un tratto poco frequentato del litorale cittadino dà ancora una volta il segnale di come questa città sia fortemente determinata verso lo stesso futuro di cemento e asfalto che ne ha da sempre caratterizzato lo “sviluppo”».
A dirlo l’associazione ambientale La Duna.
«Una piccola oasi di verde – spiega l’associazione – di pochi metri in una spiaggia costituita da qualche canna, dei cespugli ed erba situata all’estremità di piazza Guerrazzi è stata rimossa dagli addetti, una delle tante piccole cose della città che comunque messe insieme danno un segnale molto chiaro. Da specificare che quel tratto di spiaggia, nonostante l’ampiezza e il libero accesso, non è mai, stranamente, molto frequentato».
«Il verde si è insediato spontaneamente in questi anni, testimonianza di come la natura sia ancora capace di occupare spazi che sono “umanizzati” da decenni. Ma purtroppo il verde in senso di ambiente, ricchezza e sviluppo sostenibile troppe volte viene ignorato dai nostri amministratori. Potremmo citare le nuove strade e piazze sistemate con il vecchio solito asfalto invece di materiali permeabili, lo scarso grado di mantenimento e reimpianto di alberi dappertutto (solo in via Dante ne abbiamo contati più di 25 mancanti e non ripiantati ), oppure la mancanza di coraggio nel togliere l’asfalto e rinaturalizzare il tratto di strada tra la spiaggia/duna del Tony’s e la pineta/zona umida retrostante. Potremmo ribadire la poca sorpresa nel vedere la determinazione a costruire un nuovo inutile parcheggio nell’area del Petraia e portare così nuovo traffico in città quando nello stesso tempo si ricorre, positivamente, al bus gratuito Nautibus per evitare troppe auto in centro. Non può inoltre sfuggire l’esecuzione annuale del taglio della vegetazione ripale del Petraia, in contrasto con tutti i principi contrari a queste procedure. Per fortuna quest ‘anno, dopo le numerose proteste, si è evitato».
«Però, di fronte ad episodi come il canneto distrutto, non possiamo fare a meno di pensare che mai nulla cambierà in questa città che non sa ancora, non vuole o non è in grado, di decidere il proprio futuro che non potrà più essere quello di città operaia con un turismo marginale. Il mondo è cambiato, i poli industriali sono scomparsi o in crisi ed hanno fatto scomparire un tipo di economia che ha funzionato (con evidenti eredità poco piacevoli) per decenni».
«Oggi Follonica deve decidere se cambiare ed essere un territorio con una offerta turistica valida in cui venga valorizzato il valore ambientale residuo, cosa che ci può distinguere dal famoso Adriatico che non potremo mai essere, oppure chiudere a ottobre e riaprire a giugno. Le opzioni stanno tutte qui. Il canneto rimosso però, ciliegina sulla torta di un ennesima estate carica di polemiche, nella sua “esiguità”, dimostra che non è ancora chiaro».