CAPALBIO – “No al project financing sugli impianti polivalenti di Capalbio, sì ad un bando che possa favorire una gestione affidata ad associazioni locali e che destinino le strutture, chiuse ormai da due anni, alla loro originaria vocazione e soprattutto aperta ai cittadini. Di circoli chiusi sul territorio ne abbiamo fin troppi, non vorremmo aggiungerne anche uno sportivo”. Così il capogruppo di opposizione de ‘La nostra Capalbio’ Valerio Lanzillo parla del project financing sull’impianto polivalente di Capalbio Scalo che vorrebbe la concessione di una gestione trentennale ad un gruppo privato.
“Passando tutte le mattine davanti alla ‘Poli’, così viene chiamata dai residenti, mi piange il cuore vedere una struttura sportiva che ha fatto crescere due campioni di pattinaggio a livello europeo, altri di tennis e dove ancora oggi vanno a giocare a calcio i ragazzi di Capalbio lasciata andare in malora – ammonisce Lanzillo -. È bene ricordare che l’impianto è nato dai capalbiesi per i capalbiesi. Non possiamo permettere che il nostro territorio sia terreno di conquista solo perché il Comune decide di non investirci dei soldi”.
“Da due anni infatti è chiuso, perché necessità di interventi, ma ci sarebbe gente pronta a prenderlo in gestione per riportarlo alle funzioni originarie, per lo sport, ma anche per il sociale, visto che qui la gente si incontrava o vi si organizzava la sagra. Pensare che possa diventare l’ennesimo circolo esclusivo aperto solo ai vip ci pare paradossale e offensivo per la popolazione”.
“Si è realizzata una pista da skateboard costata oltre centomila euro e mi risulta poco utilizzata – accusa il capogruppo di opposizione – ma non si ripristina un impianto importante, storico, cui i capalbiesi tengono molto. Non possono essere dunque i soldi la scusa per convincerci che senza il project financing quell’impianto è destinato a restare chiuso. Si rimetta a norma laddove occorre, lo si risistemi, e poi si metta a bando con una convenzione che, come avviene in altri comuni, dia un punteggio maggiorato a chi opera localmente e non punta al profitto, ma alla socialità. Se eventuali investitori vogliono aiutare la crescita sportiva dei giovani capalbiesi, ben vengano, ma aiutino la ‘Poli’ economicamente, la frequentino, ma la proprietà deve rimanere a chi la ha creata, ma dico no al business”.