GROSSETO – Risparmi ridotti all’osso, costi che aumentano, diminuita capacità di spesa il tutto aggravato dall’aumento dei tassi di interesse. Una congiuntura che rischia di mettere ko imprese e famiglie.
«L’aumento dei tassi di interesse rischia di trasformarsi in un vero e proprio shock per i bilanci sia familiari che delle aziende» afferma Giovanni Caso presidente provinciale Confesercenti. «La provincia di Grosseto, sta vivendo direttamente, sulla propria pelle, proprio in questa stagione estiva, gli effetti della contrazione dei consumi».
La Bce ha modificato l’impostazione della politica monetaria, le banche hanno potuto ampliare lo spread tra tassi attivi e passivi facendo crescere il margine di interesse. Al contrario, i tassi sulla raccolta, soprattutto quelli sui depositi, continuano a mostrare una maggior lentezza nel risalire dai minimi storici.
L’aggravio generato dagli aumenti ha un impatto rilevante sui finanziamenti delle imprese. Entro il 2024 andranno a scadenza 185 miliardi di prestiti, che potranno essere rinnovati solo a tassi superiori a quelli dell’originaria sottoscrizione. Ne deriverà un maggiore onere di 4,2 miliardi nel 2023 e di 7 miliardi nel 2024. Stesso scenario anche per i consumatori: a questa stangata si aggiunge quella generata dall’aumento dei tassi di interesse sui mutui.
«Il caro interessi – commenta Confesercenti – rischia di innescare una decisa frenata alla già precaria situazione dell’andamento dei consumi interni e degli investimenti delle imprese. In questo scenario, la riforma fiscale annunciata dovrebbe trovare un’immediata modalità di attuazione, per compensare gli aggravi e liberare le risorse di famiglie e imprese, a partire dalla detassazione degli aumenti salariali disposti dalla contrattazione collettiva e delle tredicesime: una minore pressione fiscale sul lavoro è la condizione necessaria per ridare fiato alla ripresa dei consumi, in una fase di preoccupante rallentamento».