GROSSETO – Paura. Quella che ha provato una ragazza di 20 anni mentre tornava dal lavoro. La giovane, che vive nella zona di Barbanella, a Grosseto, lavora a Castiglione della Pescaia.
Come ogni sera, finito di lavorare, prende l’autobus che, alle 18.30, arriva alla stazione di Grosseto. Da qui la ragazza si incammina verso casa, passando nel sottopasso di via Sauro.
«Faccio sempre quel tratto di strada al telefono, per sentirmi meno sola» racconta. Così ha fatto anche ieri, ed ha telefonato al fidanzato perché le facesse compagnia lungo il tragitto. Arrivata a metà del sottopasso pedonale si è trovata davanti tre ragazzi di colore che scendevano dalla parte opposta e le hanno sbarrato la strada.
Uno è andato dietro di lei e gli altri due le si sono piazzati davanti. «Se mi spostavo verso destra loro facevano altrettanto. E così se andavo verso sinistra». Hanno iniziato a dire volgarità che la ragazza preferisce non ripetere.
Il fidanzato al telefono continuava a parlarle, a chiedere cosa stesse succedendo, ma lei paralizzata dalla paura, non riusciva a rispondere o a dire cosa stesse succedendo. Il balletto destra sinistra è durato un po’, poi lei ha fatto una finta e li ha schivati. Si è messa a correre senza guardarsi indietro.
«Ha corso sino alla rotonda in fondo alla via – racconta la madre – lì si è voltata e ha visto che loro non l’avevano seguita. Forse non volevano seguirla, forse volevano solo spaventarla. Quando è arrivata a casa era bianca come un cencio. Ci siamo rivolti anche ai carabinieri ma ci hanno detto che non c’era stato un vero reato e quindi non c’era molto da fare. Ci hanno consigliato di chiamare in Comune per sensibilizzare sull’accaduto. L’ho fatto, è alla fine mi hanno detto di mandare una mail».
Quello che stupisce sia la ragazza che i familiari è che non si possa stare tranquilli neppure in pieno giorno «Nel sottopasso ci sarebbero anche le telecamere ma non so se funzionino».
«Io lavoro alla stazione – prosegue la madre – e vedo spesso giovani stranieri che passano letteralmente la giornata lì, senza far nulla, a fumare (non solo sigarette) e a bere poi magari sono su di giri e cadono le inibizioni. Fanno la spola tra il parchetto tra via Sauro e via Etruria e la stazione». Prima in via sauro c’erano molte attività: un tabacchi, due ristoranti, un barbiere, un negozio di scarpe. Da quando la zona è quasi totalmente residenziale dopo una certa ora manca un presidio vero e proprio.
«Quello che mi chiedo io – prosegue la mamma – e l’ho detto anche ai carabinieri, è, se si sa che certe zone della città sono più abbandonate, perché non vengono presidiate in maniera più massiccia dalle forze dell’ordine?».