ROCCASTRADA – Scoprirono Roccatederighi e di quel luogo s’innamorarono. Potrebbe iniziare così la storia di Ampeleia che nasce nel 2002 dal desiderio di Elisabetta Foradori, Giovanni Podini e Thomas Widmann di cimentarsi nell’agricoltura e di farlo in un posto bello, non stereotipato.
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Dopo aver perlustrato l’Italia, scoprono il borgo maremmano e lì decidono di fermarsi. Nel 2002 nasce Ampeleia, che in greco antico significa “vigna” e prende il suo simbolo inconfondibile da un’antica moneta etrusca ritrovata nelle vicinanze e oggi in esposizione al museo di Vetulonia. Con la prima vendemmia, entra in scena un giovanissimo Marco Tait, il vigneron che, da allora, continua a lavorare nell’azienda, oggi di proprietà di Elisabetta Foradori e Giovanni Podini.
Incastonata nelle colline metallifere, Ampeleia diventa da subito una realtà all’avanguardia nel territorio, creando un connubio tra progresso e natura, che riporta nel concept aziendale. Nei 120 ettari di proprietà – di cui 35 adibiti a vigneto, con il restante che ospita boschi, seminativi, ulivi e animali – si producono da sempre vini biodinamici insieme ad altri prodotti che seguono i cicli naturali e raccontano il legame con le radici.
Significativo anche il legame con il territorio, al quale Ampeleia si apre dotandosi di una nuova sala degustazioni, pronta ad ospitare fino a cento persone. Il taglio del nastro è avvenuto ieri alla presenza di Giovanni Podini, fondatore insieme a Elisabetta Foradori dell’azienda, dell’assessore all’economia e al turismo della Regione Toscana, Leonardo Marras, e del sindaco di Roccastrada, Francesco Limatola.
«Siamo giunti qua oltre venti anni fa in questo meraviglioso territorio che mi ha subito rubato il cuore – ha detto Giovanni Podini -. Abbiamo disossato la terra, piantato le vigne, creato una cantina partendo da zero. Il nostro intento era di fare un grande vino naturale e siamo riusciti a raggiungere questo obiettivo. Il passo successivo è aprire la sala degustazioni, che è anche aprirsi al territorio, alla comunità locale, allo sviluppo turistico del territorio, cui crediamo molto. Abbiamo i numeri per sviluppare un turismo sostenibile e dare una mano all’economia locale».
La sala degustazioni. L’ambiente, progettato con sapiente mix tra moderno e antico, rispecchia l’azienda: tutto, dalla scelta dei materiali agli arredi – tavoli e sedie di recupero da pezzi di artigianato toscano restaurati – ha la finalità di creare un ambiente rustico, naturale e autentico. Come la terra che lo ospita. Qualche elemento moderno a dare continuità tra passato e futuro allo spazio, che si presta ad accogliere eventi, incontri, aperitivi. Nella sala si possono, inoltre, gustare piatti naturali realizzati con prodotti di aziende che sposano la filosofia di Ampeleia. Dai taglieri alla pasta con i grani aziendali Senatore Cappelli e realizzata in collaborazione con il pastificio Fabbri; dall’olio biodinamico al miele, e una selezione di piatti maremmani semplici. Nella sala degustazioni saranno disponibili tutti i vini dell’azienda, compreso “Ampeleia”, il Cabernet Franc in purezza.
«Io sono sicuramente debitore di questo territorio – ha concluso Podini -, che mi ha dato di più di quello che sono riuscito a dare io. L’azienda ha dato posti di lavoro, siamo in stretto contatto con la società civile e le associazioni del comune di Roccastrada. Abbiamo creato un’azienda di eccellenza portando il nome di Roccatederighi nel mondo e questo è già motivo di orgoglio, oltre che di scambio con la comunità. Questo territorio, che per me è la seconda casa, mi ha accolto e rubato anche un po’ di cuore con la sua autenticità la sua essenza vera che noi trasformiamo in un eccellente vino. Un ringraziamento lo dedico a tutti i collaboratori che hanno permesso la realizzazione di questo progetto».
La filosofia di Ampeleia. L’azienda sposa il metodo biodinamico ideato da Rudolf Steiner. Primo tassello: connettersi con i ritmi naturali. I cicli lunari dettano in tempi di azione in vigna e in cantina e mettono un freno quando si creano i cosiddetti nodi. Il vino s’imbottiglia quando la luna è in fase discendente. Si utilizza il corno silicio e il corno letame per biodinamizzare e lo si fa in certi periodi dell’anno. Si guarda alla ricchezza del terroir e, non a caso, le vigne sono suddivise in quattro nuclei diversificati in base a zone, suoli ed altezze in modo da creare una ricchezza nel prodotto finale.
La cantina. Il lavoro più delicato si svolge in vigna, mentre in cantina si accompagna il vino verso la fermentazione, senza intervenire in alcun modo con agenti esterni: non si controlla la temperatura dei vini, non vengono aggiunti lieviti che, al contrario si formano naturalmente dalle bucce d’uva in fermentazione, non si attuano processi di filtraggio o chiarificazione. Si attua un monitoraggio costante, lasciando che il processo di fermentazione avvenga per vie naturali.
I vini. Il prodotto finale è un’ampia varietà di vini naturali, dal gusto inconfondibile. I vini di Ampeleia sono apprezzati in tutto il mondo e sono presenti in oltre 25 nazioni. Il Cabernet Franc rappresenta il vitigno simbolo e a Roccatederighi esprime tutto il suo potenziale, dando vita ad “Ampelia”, vino che prende il nome dall’azienda stessa. Ricerca continua, studio e tenacia hanno portato Marco Tait al recupero negli anni di un vitigno storico: l’Alicante Nero, l’anima mediterranea di Ampeleia. Carignano, Sangiovese, Mourvèdre, uve tradizionali a bacca bianca, sono gli altri vitigni che lavorano in simbiosi con le caratteristiche della terra.
Per informazioni o per prenotare la visita in azienda e le degustazioni:
Telefono: 0564 567155
visit@ampeleia.it , www.ampeleia.it