GROSSETO – «Una circolare può annullare gli effetti di una Legge?» la domanda viene dalla federazione di Grosseto della segreteria del Pci che parla di una circolare del giugno 2023 sulle competenze del prefetto in merito all’intitolazione di una strada (QUI IL TESTO DELLA CIRCOLARE).
È lo stesso Pci a rispondere alla domanda fatta: «Certamente no, ma in questo Paese si studiano tutti i modi per aggirare leggi che, seppur datate, dovrebbero essere applicate a meno che non si modifichino, ma questa cosa spetta al Parlamento».
«Atti, come ad esempio le circolari, possono essere emanati dai dirigenti dei ministeri competenti per delucidare, chiarire, interpretare il senso delle norme ma non possono stravolgerne i concetti e i contenuti emanati, questo lo può fare solo il Parlamento».
«Non sembra pensarla così il capo dipartimento del Ministero dell’Interno il quale, in data 23 giugno 2023, entra nel merito della toponomastica con una circolare indirizzata ai Prefetti, e che a nostro avviso sconvolge i contenuti di una norma che, seppur datata, è chiara e che non può essere interpretata stravolgendo il contenuto da una circolare. Nell’eventualità che si voglia modificare i contenuti di una legge o abrogarla, lo ribadiamo, è solo il Parlamento che è autorizzato a farlo con l’iter previsto, ovvero predisponendo una legge che modifica o elimina la precedente norma» prosegue il Pci.
«Avere emanato una circolare proprio il 23 giugno, gioca, forse non tanto casualmente, a vantaggio della diatriba sorta sull’intitolazione di una via ad Almirante nel capoluogo grossetano. In sostanza da una parte la legge del 1927 mette i Prefetti nella condizione di esprimere il giudizio finale in merito all’iter autorizzatorio, che può essere anche un eventuale diniego all’intitolazione di vie, dopo aver chiesto parere all’Istituto Storico di Storia Patria o altro istituto storico territoriale e dopo avere valutato, anche con la presentazione di un curriculum del soggetto a cui si vuole intestare una via, se vi siano quelle condizioni di “merito” affinché una via possa essere intitolata a questo o l’altro personaggio per meriti».
«La circolare invece limita la competenza del prefetto ad esprimere un parere, non vincolante e quindi pressoché inutile, collegato ai soli aspetti connessi all’ordine pubblico. Il parere dell’istituto Storia Patria risulta addirittura superfluo e i meriti o i demeriti che possono costituire elemento di negazione all’intitolazione di una via, diventano inutili. Quindi è il solo comune che potrebbe intitolare vie, strade, piazze, edifici a personaggi che hanno tutt’altre caratteristiche e non certo meriti per essere ricordati» continua la nota.
«Assurdo diventa l’obbligatorietà nell’emettere pareri che diventano superflui perché non vincolanti per un’amministrazione che può fare quello che vuole quasi si trattasse di un feudo, un libero comune, un ente staccato e autonomo. Insomma una cosa tipicamente italiana utile ad aggirare l’ostacolo. Quindi se domani si intitolerà una via a Mussolini, persino ad Hitler o ad altri nazi – fascisti, tutto normale i sindaci grazie ad una circolare che li rende simili a podestà fanno quel che vogliono. La Costituzione è antifascista sì ma i comuni sono liberi di agire e fare come vogliono fregandosene dei principi dettati dalla Carta e delle Leggi derivanti approvate dal Parlamento tanto ci sono i Ministeri con i loro dirigenti che dettano le norme a colpi di circolari».