VETULONIA – Dopo gli straordinari risultati ottenuti nel 2021, il Museo “Isidoro Falchi” di Vetulonia vede concludersi in questi giorni la tranche finale del progetto “Così lontano, così vicino”, realizzato per il secondo anno consecutivo grazie al contributo di Fondazione CR Firenze, al sostegno dell’amministrazione comunale e al partenariato del Dida-Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, che già nel 2021 aveva curato la realizzazione di innovativi contenuti multimediali e, fisicamente, di una vetrina olografica, concepita in Italia e realizzata come prototipo a livello europeo.
Presentata in occasione dei più importanti eventi sulla divulgazione archeologica italiani, quali la XXIII° edizione della “Borsa mediterranea del turismo archeologico” di Paestum (Salerno), e tourismA, Salone dell’Archeologia e del Turismo culturale (Firenze), l’innovativa vetrina accoglie i visitatori del Museo di Vetulonia nella prima sala del percorso espositivo, raccontando grazie alla restituzione olografica e virtuale alcuni dei suoi reperti più significativi, con l’intento di valorizzarli attraverso nuovi canali e precipuamente di connetterli al loro contesto archeologico di provenienza.
L’amministrazione comunale, alla luce dei risultati eccellenti raggiunti nel 2021, ha deciso di condividere, sostenendolo, un ulteriore passo in avanti del Museo di Vetulonia, proteso verso un racconto sempre più all’avanguardia e tecnologico della propria collezione e della storia dell’etrusca “Vatl”, in un percorso che già lo scorso anno aveva incentrato il suo storyboard narrativo, da un lato, sulla famosa stele funeraria in pietra del principe guerriero Auvele Feluske e sulla tipologia della struttura funeraria di provenienza (la cd. tomba “a circolo”), e, dall’altro, sul raffinato cavallino in bronzo, in origine cimasa di candelabro, appartenente a un prezioso gruppo di statuette recuperate dallo scavo di una delle residenze aristocratiche della città.
Nasce così a dicembre 2021 l’idea di proseguire con una nuova fase di lavori il progetto originario “Così lontano, Così vicino” spostando il focus del suo obiettivo “Dalla necropoli alla città, dagli arredi al contesto” completando il racconto delle principali tipologie di sepolture della necropoli vetuloniese, focalizzandosi sulla monumentale Tomba a tholos “della Pietrera”, e insieme volgendo nuovamente la sua attenzione alla città, andando a completare il racconto della più lussuosa abitazione oggi documentata nel quartiere urbano di periodo etrusco-romano della città antica, la “Domus dei Dolia” (o “Casa degli Orci”), visitabile presso l’Area archeologica di Scavi Città-Poggiarello Renzetti.
La prosecuzione della proposta progettuale è stata premiata a sua volta dalla Fondazione CR di Firenze con la concessione di un contributo di 10.000 euro che ha permesso la ripresa dei lavori, indirizzati quest’anno verso due aspetti fondamentali e integrati di una comunicazione museale sempre più innovativa e al tempo stesso accessibile.
Da un lato il partenariato con l’Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Architettura, ha permesso l’ulteriore implementazione dell’uso di tecnologie avanzate, quali l’olografia, per l’elaborazione di modelli tridimensionali destinati alla divulgazione scientifica, consentendo la valorizzazione su diverse piattaforme del patrimonio archeologico, costituito sia dai reperti della collezione permanente del Museo, in particolare le straordinarie statuette in bronzo provenienti dalla Domus dei Dolia, che dai resti monumentali e strutturali ancora in situ della stessa Domus e della Tomba della Pietrera.
I modelli elaborati dalle ricercatrici fiorentine, sotto il coordinamento della prof.ssa Cecilia Luschi, hanno arricchito il racconto della vetrina olografica realizzata lo scorso anno, permettendo al Museo di completare con nuovi ma fondamentali contenuti la ricomposizione del patrimonio archeologico locale nonché di restituire al proprio pubblico una sempre più omogenea ricostruzione della vicenda storico-artistica e culturale della Vetulonia etrusca, creando un virtuoso collegamento tra le aree archeologiche diffuse che caratterizzano il paesaggio della Vetulonia contemporanea e le sale della struttura museale che ne conservano e mostrano i reperti.
L’altro aspetto del progetto è andato ad abbracciare e sostenere l’altra fondamentale vocazione del MuVet volto da oltre un quindicennio verso il conseguimento dell’accessibilità universale del proprio patrimonio. Accessibile ai disabili motori e dal 2006 ai non vedenti, che usufruiscono di guide podotattili, mappe audiotattili, reperti originali e alcune riproduzioni a disposizione per attività laboratoriali, vincitore nel 2017 di un finanziamento regionale grazie al quale i visitatori dispongono di totem con video in LIS, sottotitoli, audio e riproduzioni 3D di reperti significativi, il MuVet ha recentemente ospitato il progetto pilota di uno stage formativo per non vedenti in collaborazione con l’UIC di Grosseto, con la realizzazione a partire dal 2018 di un calendario di laboratori esperienziali e multisensoriali “al buio” rivolti a tutte le categorie di pubblico e condotti dalla vicepresidente dell’UIC di Grosseto Valentina Murru, “esportati”, su specifica richiesta degli interessati, nello stesso 2018, al Museo Nazionale Archeologico Paolo Orsi di Siracusa e, nelle edizioni 2019-2021, al Salone di Archeologia e Turismo culturale TourismA di Firenze.
Lo Staff ha inoltre aderito negli ultimi anni a nuovi percorsi formativi per l’accoglienza di utenza con disabilità cognitive, grazie ad appositi corsi di formazione promossi dalla Regione Toscana, che permettono l’accoglienza ad hoc e la realizzazione di attività, in presenza e a distanza, di persone con demenza o nello spettro dell’Autismo.
Affinché il Museo possa sempre più efficacemente delinearsi come laboratorio culturale e centro di riferimento sociale e identitario della propria comunità fisica (quella del territorio) e ideale (quella dei pubblici speciali e non, che mira ad accogliere), il progetto finanziato da Fondazione CR Firenze ha previsto quindi l’integrazione del racconto dedicato ai pubblici speciali con particolare attenzione, questa volta, ai visitatori sordi, tramite la realizzazione di due 2 video inclusivi in LIS, a cura di Prisma Associazione Culturale Firenze, ottenuti con la tecnica del compositing dove la Lingua dei Segni Italiana (LIS), audio, animazioni e sottotitoli, si intrecciano per sostenersi a vicenda in un sistema di comunicazione integrata per dare la possibilità a tutti di avere pieno accesso alle informazioni. I due 2 video inclusivi sono stati dedicati rispettivamente alla Domus dei Dolia e al modo di vivere nella città etrusco romana in età ellenistica.
L’appuntamento per scoprire da vicino i risultati del progetto “Così lontano, così vicino 2022. Dalla necropoli alla città, dagli arredi al contesto” e per ascoltare il racconto in prima persona dei suoi protagonisti è per sabato 30 luglio alle ore 19.00, in piazza Vetluna. A parlarne, nel salotto culturale vetuloniese, allestito nel quadro delle manifestazioni culturali promosse in seno alla rassegna regionale de Le Notti dell’Archeologia in Toscana, saranno quindi Cecilia Maria Roberta Luschi, docente del DIDA-Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, insieme ad Alessandra Vezzi, Ginevra Niccolucci, Presidente Associazione Culturale PRISMA Firenze, introdotte da Elena Nappi, Sindaco Comune di Castiglione della Pescaia, e coordinate da Simona Rafanelli, Direttore del MuVet.
L’evento è gratuito.
Info: 0564 927241, 0564 948058; museo.vetulonia@comune.castiglionedellapescaia.gr.it