GROSSETO – Estate impegnata per la Pallacanestro Grosseto, che sta lavorando a pieno ritmo con lo staff tecnico per trovare e sistemare i tanti piccoli pezzi del mosaico per disegnare la prossima stagione 2023/24.
“La chiusura della stagione sportiva 2023 – ha detto il direttore tecnico Germano Conti – ha confermato la bontà del nostro progetto sportivo e della linea societaria, che ha messo al centro la crescita dei ragazzi, sia dal punto di vista tecnico che umano. Per ottenere questo abbiamo deciso di abbandonare l’impostazione secondo cui si organizzavano i gruppi in base alle singole annate e di offrire, invece, l’opportunità ai nostri ragazzi di integrarsi fra annate contigue. Questo metodo di lavoro – continua Conti – ha dato modo agli atleti di fare esperienza e maturare relazioni che li hanno migliorati sotto tutti i punti di vista. Anche le famiglie hanno potuto maturare un’appartenenza differente alla PGR, una opportunità di aprirsi al progetto PGR inteso come unico organismo sportivo con più “zone di lavoro” e non più limitarsi alla singola annata di appartenenza del proprio figlio”.
“Una mentalità condivisa, – prosegue Germano – un comune modo di agire sul campo e fuori è quello che stiamo chiedendo come allenatori, ai nostri atleti e di riflesso alle famiglie; il fine ultimo è preservare la crescita dei ragazzi e della società nel suo insieme, al di là dei risultati sportivi. Continueremo su questa strada anche per i prossimi anni, compattandoci intorno a questa nuova visione; grazie alla nuova dirigenza e grazie ai ragazzi che hanno compreso la forza qualitativa di questo cambiamento. Ci crediamo tantissimo”.
Ne è profondamente convinto anche il Presidente della PGR, Luca Giannini: “Veniamo da troppi anni in cui il basket a Grosseto è stato vissuto alla giornata, privo di una visione d’insieme e unità d’intenti. Si sono accumulate abitudini che hanno fiaccato il vigore del movimento, riducendolo a poco più che un modesto passatempo sportivo, isolando spesso i veri appassionati in una condizione d’impotenza e disperdendo un grande patrimonio potenziale educativo e di crescita”.
“Certo, il percorso è molto impegnativo – continua Giannini – e richiede uno sforzo maggiore da parte di tutti, specie di noi adulti che troppo spesso chiediamo ai giovani quel miglioramento del quale dovremmo essere il primo esempio. L’obiettivo che ci siamo posti è costituire insieme ai dirigenti e agli allenatori, un ambiente stabile dove poter lavorare costantemente con disciplina e qualità, sostenendo al meglio la maturazione di ogni ragazzo nel suo specifico talento (sia in campo sia fuori) e sostenere la nostra prima squadra con i nuovi innesti”.