GAVORRANO – Il paese di Caldana, raccontato attraverso la storia della chiesa di San Biagio e il contesto politico-economico della Toscana, è al centro della nuova pubblicazione di Alessio Caporali edita da Effigi e intitolata «La chiesa di San Biagio a Caldana. Architettura, città e politica nella Toscana della seconda metà del Cinquecento». Il libro, la cui realizzazione è stata finanziata dall’Amministrazione comunale, inserendosi nel programma di valorizzazione del patrimonio storico, artistico e architettonico dei centri abitati del Comune di Gavorrano è stato presentato nei locali del Frantoio di Caldana. Presenti all’evento, il sindaco del Comune di Gavorrano, Stefania Ulivieri, il consigliere con la delega alla Cultura, Patrizia Scapin e il professore Claudio Saragosa del Dipartimento di Architettura di Firenze
Il volume si inserisce, a pieno titolo, tra i contributi bibliografici relativa ai centri di ri-fondazione della Toscana e della penisola italiana durante l’età Moderna e pone nuova luce su Lorenzo Pomarelli recentemente oggetto di interesse da parte degli studiosi a livello accademico.
La ricerca storica è incentrata sulle vicende che interessano la chiesa di San Biagio di Caldana durante l’età Moderna, ma non solo. La panoramica sul contesto sociale e politico della Toscana meridionale durante l’avvento dei Medici, l’affondo sulla vita di Marcello e Ippolito Agostini, l’analisi dell’assetto urbano dell’insediamento maremmano e la storia degli edifici religiosi secondari – chiesa di Sant’Antonio, l’ex convento degli Agostiniani ed ex cappella di San Biagio oggi casa canonica – rappresentano la cornice imprescindibile in cui si inserisce l’approfondimento sulla chiesa di San Biagio. Le tempistiche del cantiere di costruzione della fabbrica, i ruoli dei committenti e le motivazioni delle loro iniziative a Caldana fino alla proposta circa l’identità del progettista rappresentano un significativo corpus di informazioni che illuminano su questa importante impresa edilizia.
Alessio Caporali, attraverso lo studio delle fonti documentarie conservate negli archivi di Grosseto, Siena, Firenze e Parma ha individuato alcuni dati inediti che, relazionati con i contributi di alcuni studiosi del settore, conducono la paternità progettuale della chiesa di San Biagio a Lorenzo Pomarelli (1517-1576 post), architetto e ingegnere militare senese legato alla famiglia Farnese. A tal proposito, il confronto tra le lettere di Pomarelli e l’analisi delle emergenze architettoniche del borgo rinascimentale ha permesso di confermare la ri-fondazione di Caldana attraverso l’attuazione di un progetto unitario a scala urbana ideato proprio dall’architetto e ingegnere militare senese per volontà del marchese Marcello Agostini, personaggio vicinissimo al granduca Cosimo I di Toscana.
La pubblicazione ha un taglio accademico ed è corredata da una ricca appendice documentaria. È in questo contesto che, per la prima volta, sono rese note integralmente tutte le lettere di Lorenzo Pomarelli, una fonte importante per comprendere l’alto spessore professionale raggiunto dall’architetto e ingegnere senese quando entra alle dipendenze di Marcello Agostini. Inoltre, grazie alla collaborazione con la direzione dell’Archivio di Stato di Siena, è reso noto anche l’inventario delle unità archivistiche relative al fondo Feudo di Caldana – a cui peraltro l’autore ha partecipato alla schedatura iniziale – quale strumento imprescindibile per ricerche future.
Alessio Caporali è architetto libero professionista, dottore di ricerca in Storia dell’architettura e della città, dottore in Conservazione, gestione e comunicazione dei beni archeologici e diplomato in archivistica presso la Scuola Vaticana di paleografia, diplomatica e archivistica. E’ Cultore della Materia presso la Cattedra di Storia dell’Architettura III al dipartimento di architettura di Firenze, oltre ad avere incarichi professionali con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, la Biblioteca Apostolica Vaticana e la Galleria Nazionale dell’Umbria. Autore di numerosi contributi a livello accademico, pone i suoi interessi professionali anche alla storia degli edifici religiosi e degli insediamenti della Maremma durante l’età Moderna; attualmente opera nella ricerca storica e nei progetti di valorizzazione e restauro del patrimonio storico, artistico, architettonico, archeologico e archivistico.