GROSSETO – Importanti novità in vista per le guide turistiche: il Governo ha approvato il ddl con la riforma della professione. Tra le novità, sono previsti un esame di Stato unico con cadenza almeno annuale e un elenco nazionale delle guide turistiche abilitate.
“Personalmente sono molto contenta che, dopo dieci anni di attesa, di limbo, di mancato riconoscimento dell’urgenza di normare la nostra professione – commenta Fabiola Favilli, presidente Confguide Confcommercio Grosseto – finalmente uno specifico disegno di legge sia passato in Consiglio dei Ministri”.
“Con un elenco nazionale la nostra professione potrà quindi essere riconosciuta nell’intero sistema turistico-culturale italiano – continua Favilli – con criteri di accesso uniformi e tutele univoche sull’intero territorio nazionale”.
Parliamo di figure strategiche per lo sviluppo economico del nostro Paese che meritano di essere difese da un dilagante abusivismo.
“La guida turistica è e deve essere considerata come il vero anello di congiunzione tra turismo e cultura – commenta Favilli – è la figura chiave per una reale e concreta valorizzazione, fruizione e soprattutto promozione dell’immenso patrimonio storico, artistico e culturale italiano”.
Secondo ConfGuide Confcommercio Grosseto, però, sull’attuale testo della riforma non mancano alcune criticità, per esempio per ciò che riguarda il riconoscimento dell’abilitazione delle guide straniere, in quanto in alcuni Paesi l’iter per ottenere il patentino sarebbe molto più semplice rispetto a quanto richiesto in Italia.
“Temi, questi, che sicuramente sono già al vaglio del nostro sindacato nazionale – conclude Fabiola Favilli – che certamente farà di tutto per tutelarci e valorizzarci, facendo in modo che questo ddl si tramuti in Legge nella migliore forma possibile. Ricordiamoci sempre che il mercato culturale e turistico è profondamente cambiato ed è in continuo mutamento, sia nella domanda che nell’offerta. Pertanto, a mio avviso, la guida turistica dovrà essere pronta ad incrementare la richiesta di servizi. Le riforme devono servire non solo per riempire i vuoti normativi, ma anche per porre le basi del futuro”.