GROSSETO – «E’ più che probabile che molti si chiedano cosa c’entrano i servizi igienici pubblici con l’offerta culturale con la quale la nostra città ambiziosamente si propone nel difficile confronto con molte altre realtà che, in fatto di beni culturali, possono vantare ben altre dotazioni». A parlare è Lamberto Londini presidente onorario della Confedilizia di Grosseto.
«Nessun dubbio sull’opportunità di un piano organico di coordinamento fra istituzioni, fondazioni e musei cittadini per valorizzare al massimo la nostra caratteristica offerta culturale, ma, da vecchio grossetano, penso che il progetto potrebbe beneficiare anche di un tassello, non del tutto secondario, costituito dalla presenza qualificata di servizi igienici pubblici, quanto meno, nel centro storico cittadino».
Non provo nemmeno a sognare servizi igienici diffusi nelle città giapponesi che, a giudizio di quei nostri connazionali che li hanno utilizzati, sono una delle molte prove di civiltà di quella nazione. Sarebbero più che sufficienti, per il nostro centro storico due o tre strutture “a pagamento”, particolarmente qualificate ed adeguatamente segnalate, da affidare ad una rigorosa e controllata gestione da parte di apposite cooperative costituite su iniziativa e contributo dell’amministrazione comunale» prosegue Londini.
«Proprio in considerazione della diffusa carenza che, sotto questo particolare aspetto, caratterizza gran parte di altre città concorrenti, Grosseto dovrebbe poter essere citata ed apprezzata anche per queste sue eventuali ed insolite strutture. A questo riguardo debbo ricordare come, durante la campagna per il rinnovo della compagine amministrativa del Comune, ben 7 degli 8 candidati alla carica di Sindaco, furono concordi nel valutare molto positivamente la proposta di dotare il centro storico cittadino di decorosi servizi igienici intesi come “biglietti da visita della città”. L’attuale sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, al pari dei candidati Emanuele Perugini, Marcello Campomori e Valerio Pizzuti, dettero alla proposta voto 10; Leonardo Culicchi e Dario Bibbiani voto 9; Matteo Di Fiore voto 8. Di tali valutazioni, che gli elettori ebbero a considerare come veri e propri impegni elettorali, si è perso purtroppo traccia».